1. Idillio - Guy de Maupassant


    Data: 06/10/2022, Categorie: Feticismo Tabù Autore: Cowslover, Fonte: xHamster

    ... a vedere.
    
    – Ah, davvero? – disse lui.
    
    – Sì, certo. Ve lo farei vedere anche a voi, ma non servirebbe a nulla. Ne uscirebbe troppo poco.
    
    Tacque.
    
    Il convoglio si fermò. In piedi dietro uno steccato una donna reggeva tra le braccia un bimbo piangente. Era magra e mal vestita.
    
    La balia la guardava, e con tono di compatimento esclamò: – Ecco una che potrei aiutare; anche il piccolo aiuterebbe me. Guardate, io non sono ricca, e difatti lascio la mia casa e i miei parenti, e il mio tesoruccio per andare a servizio, eppure darei uno scudo per avere quel bimbo per dieci minuti e allattarlo. Calmerei lui e me. Mi sentirei rinascere.
    
    Tacque di nuovo, poi a più riprese, con la mano che scottava, si asciugò la fronte gocciolante di sudore. Gemette: – Non ce la faccio più. Mi sento morire. – E con un gesto incosciente si aperse completamente il vestito.
    
    Venne fuori il seno destro, enorme, turgido, col capezzolo bruno. E la poveretta si lamentava: – Ah, Dio mio, Dio mio! Come posso fare?
    
    Il treno aveva ripreso la corsa e continuava a procedere in mezzo ai fiori che esalavano l’odore penetrante delle serate calde. Ogni tanto pareva che sull’azzurro mare una barca da pesca si fosse addormentata con la candida vela immobile che si rifletteva nell’acqua come se ci fosse sotto un’altra barca, capovolta.
    
    Turbato il giovane balbettò: – Ma, signora… forse… potrei aiutarvi…
    
    – Sì, se volete, – rispose ella con voce rotta. – Mi fareste un gran favore. Non ce la faccio ...
    ... più, non ne posso più.
    
    Il giovane s’inginocchiò davanti a lei, che si sporse verso di lui, portandogli alla bocca, con un gesto di nutrice, la punta scura del seno.
    
    Nel movimento che fece prendendolo con le mani per avvicinarlo all’uomo, ne sgorgò una goccia di latte. Egli la bevette con avidità prendendo tra le labbra, come un frutto, la mammella turgida. Si mise a poppare con ingordigia, regolarmente.
    
    Con le braccia aveva circondato la vita della donna e la stringeva per tenerla accostata a sé, bevendo a lenti sorsi e muovendo il collo come fanno i lattanti.
    
    Ella disse a un tratto: – Questa, basta. Prendete quest’altra adesso.
    
    Ed egli, docile, prese l’altra.
    
    La donna aveva posato le mani sulla schiena del giovane, ed ora respirava liberamente, felicemente, assaporando l’effluvio dei fiori misto al venticello che il movimento del treno faceva penetrare nella carrozza.
    
    – C’è un buon odore, da queste parti, – disse.
    
    Lui non rispose. Continuava a bere a quella fonte viva, con gli occhi chiusi come per assaporare meglio.
    
    La donna lo scostò con dolcezza.
    
    – Basta ora. Sto meglio. Mi sento rinata.
    
    Il giovane s’era rialzato, asciugandosi la bocca col dorso della mano.
    
    Rimettendo dentro le due zucche vive che le gonfiavano il petto, la donna disse:
    
    – Mi avete fatto un gran favore. Vi ringrazio di cuore.
    
    Egli le rispose con tono di riconoscenza:
    
    – Sono io che devo ringraziarvi, signora. Eran due giorni che non mangiavo.
    
    Guy de Maupassant 
«123»