L’apparenza inganna.
Data: 28/09/2022,
Categorie:
Trans
Autore: pennabianca, Fonte: Annunci69
Mi chiamo Mario, ho trentadue anni e lavoro facendo consegne per una pasticceria molto grande. Siamo dodici persone e il mio lavoro si svolge prevalentemente al mattino presto. Da un po’ di tempo ho fatto la conoscenza di Giovanni. Un tipo allegro, molto solare, la persona perfetta per gestire un bar. Il suo locale si trova in una zona, non molto lontano dalla stazione ferroviaria centrale, un posto insomma dove passa un sacco di gente, di tutte le età, condizioni sociali e via dicendo. Dopo svariate battute e risate, una mattina abbiamo visto entrare un signore sulla sessantina, con al fianco una sventola di donna da non credere. Ci siamo dati un’occhiata d’intesa ed entrambi abbiamo spogliato la tipa con il solo sguardo. Era davvero bella e ne era consapevole, mentre noi abbiamo avuto l’impressione che l'intensione di lui era quella di volerla esibire. Nei giorni successivi, i nostri discorsi sono scivolati sul sesso. Mi ha fatto capire che, di donne di quel tipo, ne aveva avute diverse, ma ora era passato ad un genere diverso, senza specificare quale.
Il venerdì m’invita a fare una partita di calcetto con un gruppo di suoi amici ed accetto. La sera mi presento nel centro sportivo, dove conosco una decina di ragazzi, di cui alcuni di colore, molto simpatici, più o meno coetanei. Ci divertiamo un sacco; la serata scorre molto allegramente, poi, negli spogliatoi mi chiede se mi va di passare il resto della sera con loro per una pizza.
«Mi spiace, verrei volentieri, ...
... ma sono già le ventuno; io domani mattina mi sveglierò alle due per il lavoro; sarà per un’altra volta».
La mia risposta li lascia un poco delusi. Due giorni dopo, un lunedì mattina presto, stiamo sorseggiando un caffè nel suo bar, quando lui, inavvertitamente, sbatte un bicchiere che stava mettendo a posto, contro lo spigolo della macchina del caffè. Nell’urto, si ferisce un dito e ne esce subito molto sangue. Immediatamente lo aiuto con dei fazzolettini, poi andiamo insieme al bagno, per disinfettare la ferita e mettervi un cerotto. Durante la detersione con l’alcool, noto che due dita della mano ferita, sono rosse sulle unghie: le lavo convinto che sono sporche di sangue, invece mi rendo conto che si tratta di smalto, rimosso male. Anche lavando l’altra mano noto la stessa particolarità. Per un momento ci guardiamo in faccia senza dire nulla: entrambi abbiamo capito quello che c’era da capire, senza dire una parola. Tutto il resto della settimana non torniamo più sulla faccenda, anzi continuiamo a fare commenti sulla troietta che tutte le mattine viene ad esibirsi davanti a noi, con il vecchio che sbava nel vedere i nostri sessi gonfiarsi. Il venerdì mi rinnova l’invito per la partita, che io accetto. La sera ci troviamo solo in otto in campo, casualmente siamo quattro bianchi e altrettanto neri. La cosa si trasforma in una piccola sfida che noi vinciamo. Negli spogliatoi, mentre facciamo la doccia, noto una certa aria di tresca: noto parole sussurrate all’orecchio ed ...