1. L'anniversario


    Data: 30/08/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: edipo46, Fonte: Annunci69

    Sono Diana, ho 60 anni e sono moglie e nonna, ho una 5°di seno, la taglia 46, un po’ di cellulite su pancia, cosce e culo, ma nei limiti sopportabili. Piero mio marito di anni ne ha quattro più di me, non è un più un toro, ma si difende ancora a letto, anche se ha bisogno di qualche diversivo per eccitarsi al punto giusto: gli piace che io mi atteggi da troia, mi regala intimo sexy, mi fa indossare il reggicalze e mi spinge a fantasticare di essere scopata da altri. Ma sono solo fantasie, perchè il paese è piccolo e guai a mettersi in bocca ai pettegoli e alle pettegole. Quando andiamo fuori, come in vacanza, è un po’ diverso, lì ci sentiamo più liberi e spregiudicati ed a lui piace da morire che io metta in mostra le mie opulenze, francamente oversize, e guardare come i maschi intorno drizzino gli occhi … e non soltanto gli occhi.
    
    Ma, dai e dai, Piero non rinuncia alle sue fantasie e un giorno mi dice che, in una località poco nota, distante una cinquantina di chilometri, hanno aperto un locale per incontri e scambi di coppia: gliene ha parlato un collega piuttosto informato, è un posto esclusivo, riservatissimo, e lui pensa che può essere uno sfizio che dopo tanti anni possiamo concederci, magari per festeggiare il 35° anniversario del nostro matrimonio.
    
    Mi eccito anche io solo all’idea di provare, penso che a 60 anni sia l’ultima pazzia che mi posso regalare, tra poco vado fuori mercato. E così l’idea dell’anniversario da celebrare a luci rosse prende sempre più ...
    ... corpo. A nostra figlia Mirella, sposata da quattro anni e mamma della nostra adorata nipotina Giada, abbia detto che avremmo fatto un piccolo viaggetto per l’occasione. Mica potevamo confidarle le voglie insane di una coppia anziana che non si rassegna a rinunciare a certe follie!
    
    Il posto è appartato e insospettabile, sono le 20 quando ci arriviamo. Dall’esterno dà l’impressione di un casale di campagna di quelli che si incontrano numerosi sulle strade dell’appennino. Ma, al di là del portone, ti sembra subito di entrare in una elegante discoteca: arredamento nero e rosso lucido, luci grigie soffuse, divani bianchi, musica new age sottofondo, alla reception hostess abbigliate in maniera ultraeccentrica, inguainate in mantelline viola trasparenti e stivali di vernice rossa.
    
    Depositiamo i soprabiti, io resto con un abitino cortissimo che copre a malapena le tette e il culo, non so dove me l’abbia comprato Piero, certo che non l’avrei potuto indossare in nessun altro ambiente. Mi sento squadrata dalla hostess nelle forme che tracimano e mi sembra di leggere nel suo sguardo un sottofondo di ironia, come se si chiedesse da dove fosse uscito un simile esemplare di milfona alquanto attempata. Mi sento un tantino a disagio, intorno a me vedo gente più giovane, ma Piero mi sussurra all’orecchio: “Tranquilla, tesoro, non ti preoccupare… qui non ci conosce nessuno!”E difatti, quando la hostess ci chiede se vogliamo indossare la mascherina, risponde subito di no. Ci fanno entrare in ...
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