Hayashi - Domenica
Data: 24/08/2022,
Categorie:
Maturo
Masturbazione
Autore: Akai_, Fonte: xHamster
... la cosa, chiuderla e farlo andare via dalla sua vista prima di scoppiare a piangere per il nervoso. Lo guardò dritto in viso
“Senti, io non faccio certe cose, quindi ti prego di non andare in giro a raccontare questa storia.”
lo aveva detto di getto, ma ferma, aveva fatto uscire tutta la sua preoccupazione, si sentiva sollevata e soddisfatta di sé finché non le scoppiò a rider in faccia
“Siete proprio tutte uguali! – urlò – Venti, trenta od a cinquant’anni, tutte uguali! Vi fate gli affari vostri, prendete quello che vi pare e piace e poi vi preoccupate di quello che penseranno gli altri di voi!”
rideva fragoroso, ma con rabbia, aveva gli occhi accesi e puntati su di lei. Quell’atteggiamento la fece sbottare, alzò il dito indice e puntandoglielo al petto glielo premette con forza nel pettorale
“Sentimi bene ragazzino!”
con un gesto rapido le afferrò con forza il polso, lo strinse fino a farle male, la teneva bloccata, anche strattonando non riusciva a muovere l’avambraccio, figuriamoci a divincolarlo, ma a parte quello non sembrava aggressivo nei suoi confronti, era più un monito vigoroso a controllare le sue parole. Lo guardò con sfida, lui la trapassava con quegli occhi verdi
“Fai quello che vuoi, dillo ai tuoi amici, dillo in giro, metti i manifesti, non mi importa – lo osservò attentamente per capire se stava davvero pensando ad andare a vantarsi in giro, ma continuava ad essere imperscrutabile – Lo sappiamo entrambi che è stato un errore e se ti ...
... reputi così superiore avresti dovuto accorgertene prima.”
Lo guardava dal basso verso l’alto, aveva la mandibola serrata stretta, non si muoveva, sembrava una statua, non dava neanche segno di aver capito quello che gli aveva detto, ma la mano che l’afferrava non accennava a diminuire la pressione. Voleva risponder, ne era sicura, sentiva come il presagio che da lì a poco sarebbe esploso in una moltitudine di parole che l’avrebbero sepolta, ma gli occhi gli si strinsero appena e di colpo le lasciò il polso, si voltò ed a grandi falcate raggiunse l’uscio che senza aver alcuna colpa se non quella di essere chiuso venne afferrato ed aperto con rabbia. Uscì senza dire nulla, semplicemente quelle spalle larghe varcarono la soglia e scomparvero dalla vista.
Era finita, pensò accasciandosi stremata sulla poltrona, quando si appoggiò allo schienale però si accorse della giacca di Marco. Senza pensare, forse per istinto di chiudere davvero lì quel fine settimana assurdo, si alzò e corse alla porta con la giacca in mano, ma lui non c’era più, neanche la sua macchina.
Provò a chiamarlo al cellulare ma non le rispose, non la richiamò neanche e per questo che alla fine gli scrisse quel messaggio che tutt’ora non sapeva se aveva letto
“Hai lasciato la giacca qui.”
Ora che il ricordo era finito riuscì a riaprire gli occhi, la stanza era sempre buia ma una luce flebile dall’esterno riusciva a farle intravedere i contorni dei mobili. Alzò il braccio destro, anche senza vederli, ...