Sorpresa al party
Data: 22/06/2022,
Categorie:
Etero
Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu
... ‘
– Accidenti, a momenti ti sentivano anche di là. Te l’ha rotto per bene eh? ‘
Arrossisco a questa intrusione nella mia intimità ma subito mi faccio forza. Che posso aspettarmi da queste due zoccole? Cercando di dimostrare una sicurezza che non ho celio:
– Che volete che vi racconti, avete sentito tutto no? ‘
– Sì, ma lui com’è, come ce l’ha ? ‘
– Lungo, duro, insaziabile. Un vero stallone ‘
– E come si chiama? ‘
– Eh no belle mie, cercatevi un altro cazzo, questo è mio ‘
Le lascio a bocca aperta ed esco come per andare a cercarlo. E’ una piccola soddisfazione aver dimostrato a quelle due troie che, se voglio, posso essere più troia di loro. Mentre cammino lentamente mi accorgo che ho veramente voglia di rivederlo, e pensare che nemmeno so come si chiama. Voglio conoscerlo, non posso lasciarmi scappare uno così, altro che Riccardo.
Ecco, maledizione, ho ripensato a Riccardo. Mi incupisco ma dura solo un istante. Parlando a voce bassa mi dico:
– Bastardo di un Riccardo. Ma sai cos’è?…………. Affanculo Riccardo ‘
E entro nella sala alla ricerca del mio scopatore misterioso.
Dal punto di vista di lui.
Sono a una festa, una delle tante a cui partecipo più per motivi di lavoro che per voglia di divertirmi. Dopo qualche anno nell’esercito da volontario ho messo a frutto le mie conoscenze e creato quella che oggi chiamano una start-up. Mi è andata bene e vivo agiatamente. L’unico fastidio, si fa per dire, è ...
... quello di dover presenziare a eventi come questo in cui tutti fingono di divertirsi, o forse lo fanno veramente, ma è più per farsi vedere che per altro. La mia fidanzata non è potuta venire e io vago tra un gruppetto e l’altro di conoscenti bevicchiando qualcosa e attendendo il momento in cui potrò andare via senza dare nell’occhio. Non sono interessato alle conoscenze che si possono fare, e se ne possono fare di davvero interessanti volendo, voglio solo tornare a casa a dormire. E’ stata una giornata pesante e domani dovrò alzarmi presto per prendere un aereo.
Mi guardo intorno e la vedo. Inizialmente la noto perché pare fuori posto, come se non volesse essere lì, cercando conforto in un qualche intruglio che beve avidamente. Poi la riconosco:
Anita!
Per me è uno shock e resto a fissarla imbambolato. La mia testa torna indietro di anni, al liceo, a quando ero un ragazzo imbranato e brufoloso che sbavava dietro una compagna di classe: lei.
Ricordo ancora la tremenda mortificazione subita da lei, quando in un locale dove festeggiavamo la fine dell’anno scolastico, vinsi la timidezza e le chiesi di uscire. Ricordo ancora le sue parole dure, irridenti, dette ad alta voce a far ridere tutti i presenti, e la mia fuga precipitosa chiedendo solo di sprofondare pur di non udire più le risate di quel branco di iene che era diventata la mia classe. Poi le vacanze estive, i miei che cambiano città e io scuola, il diploma, l’università, la scelta di entrare ...