Emanuele e la puttana, the end
Data: 24/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti
... fa più forte, non accelera. Sono io che lo sento ad ogni affondo un po' di più. Non è possibile: l'ho visto, quel cazzo, l'ho baciato, leccato, preso in bocca, succhiato, fatto esplodere, ripulito. E' un cazzo normale, come tanti altri che ho accolto in vita mia, non ha nulla di super. Ma ad ogni spinta è come se avanzasse e si ingrandisse sempre di più, sempre di più, sempre di più. Nel movimento ondeggiante, persino le mie tette sembrano ingrandirsi tra le sue mani. E ondata dopo ondata Emanuele mi allarga, fino a farmi sentire quasi come se fossi io il suo involucro. Sono inebetita dalla sorpresa: tutta me stessa, e non solo la mia fica, lo avvolge, pulsa, lo stringe. Ed io ad ogni botta ansimo sempre un po' più forte. Niente urletti, niente grida, niente strilli. E nessun dolore nonostante tutto. Solo sospiri sempre più profondi finché tutto diventa insostenibile e penso un'altra volta "non è umano". Vorrei che finisse, ma se finisse mi butterei dalla finestra. Non ce la faccio a sopportarlo, ma se non lo avessi dentro di me sarei solo una troia senza senso. Non è umano. Chiudo gli occhi e appoggio le mani sulle sue spalle, con una delicatezza che non c'entra proprio nulla con il tumulto che mi sento addosso.
- Sto per godere... - sussurro.
Cosa pensate che faccia lui, che aumenti il ritmo? Che mi dica "godi troia" oppure qualche cazzata tipo "tu godi solo quando te lo dico io"? Oppure "quanto sei zoccola"? No, nulla di tutto questo. Si arresta, immobile. E' ...
... l'attimo sospeso più lungo del mondo. Quando riapro gli occhi lo so che mi sta guardando in silenzio.
- Non fermarti mai.
Ecco quello che mi dice. Poi ricomincia e io urlo. E urlo. E urlo. E' un nubifragio di orgasmi, un ciclone tropicale, ma non mi fermo mai.
Io.
Lui invece sì, solo un'altra volta, dopo che mi ha girata alla pecorina anche se sono mezza morta.
- Mettimelo nel culo!
- Hai detto che non lo fai - esita.
- Ma ho voglia! - imploro aprendomi le chiappe.
Quattro-cinque secondi di dolore vero, di quello che sento quando permetto ai clienti di stuprarmi là dietro. Poi torna subito l'invereconda sensazione di essere fottuta da una enormità incapace di procurarti alcun male. Devo pure smettere di tenermi aperta e mi aggrappo alla testiera perché... boh, perché mi viene così, perché sennò mi sentirei spazzata via. Alla fine sono quattro le volte che gli piagnucolo "vengo ancora". Dunque cinque, in totale. In un tempo indefinito, cinque orgasmi di fila. Per quanto riguarda il mio ingresso sul retro, ho esaurito il bonus per i prossimi tre-quattro anni. Il colpo di grazia è l'ultimo, quando mi zampilla dentro ruggendo. Zampillo anche io, ma fuori. Cambieremo le lenzuola, sticazzi. Cambieremo il materasso, il letto, tutto. Chissenefrega, sai quanto cazzo mi interessa in questo momento. Voglio solo trovare un posto dove continuare a tremare e a piangere. Eh sì, mi fa piangere anche lui quando vengo, come Lucrezia e Giovanna.
Il ritorno è molto graduale, ...