2 botte a Capodanno di Giovanna Esse
Data: 16/06/2022,
Categorie:
Anale
Prime Esperienze
Autore: giessestory, Fonte: xHamster
... veloce sul clitoride non esisteva paragone.
Senza volerlo gli presi la testa tra le mani e me lo tirai contro l’inguine. Per fortuna lui era instancabile e felice, dopo pochi minuti con le sue dita affondate dentro e la sua bocca che mi succhiava l’anima, venni in maniera liquida, abbondante e scomposta… e lui non si fermò! Fu una lunga, fantastica goduria.
Quando mi calmai fu lui a mettersi con la pancia fuori e io non me la sentii di non ricambiare. Ma ero nel panico: con le ragazze si era parlato spesso del fatto che il pene si può prendere anche in bocca, però io non l’avevo mai fatto. Veramente il cazzo non l’avevo nemmeno mai visto bene, da vicino. L’avevo toccato e a volte masturbato ma sempre nel segreto della penombra e con la paura in corpo di essere scoperta.
Ricambiai le sue stesse effusioni, baciandogli la pancia tesa e arrivando poi fino ai suoi peli, allora si abbassò tutto e mi ritrovai davanti il sottile cazzo puntuto e invitante. Mi ci accostai, odorava di caldo con un leggero sentore di orina, ma non era una vera e propria puzza, al contrario era un odore che mi rizzava i peli della nuca e mi caricava di desiderio. Ci poggiai sopra le labbra e iniziai a dargli dei bacetti. La carne era tenera e succosa, morbidissima al contatto delle labbra… mi chiedevo se dovevo fermarmi, oppure se il cazzo andasse per davvero introdotto in bocca.
Il ragazzo se lo prese tra le dita e abbassando la pelle tirò fuori la capocchia (di cui non sapevo neppure ...
... l’esistenza). Il glande era teso e rubizzo; chissà perché ma adesso che il suo cazzo aveva la testa di fuori mi sembrava più aggressivo e pericoloso. Ma quella forza sprigionata dall’asta era un’attrazione immensa per la mia libido. Mi ci accostai di più e dopo i baci provai a leccare. Ebbene, come potete immaginare, dopo averlo leccato e inumidito la voglia di succhiarlo prendendolo in bocca era inarrestabile. Lo feci, prima piano e delicatamente, solo la testa, poi mi ci accanii sopra, con decisione, introducendolo tutto, fino alla gola, fino a quando con le labbra gli potevo sentire le palline.
Mai provato, mai sentito tanto piacere: lo stringevo in bocca e ci giocavo intorno con la lingua. Inconsciamente desideravo solo spomparlo e succhiarlo, fino a farlo godere.
Lui aveva già eiaculato a volte con me, ma al finale si segava da solo e si arrivava nel fazzoletto per non sporcare per terra.
Il mio amore mugolava, pazzo per il piacere, e s’inarcava sulla schiena, incapace di trattenersi, mentre io in quei pochi minuti mi trasformavo, diventavo sempre più “femmina”, più padrona di me stessa e del mio corpo, più decisa e più docile al sesso, al tempo stesso.
Nell’amplesso dimenticai le amiche, la vergogna, i luoghi comuni, gli ammaestramenti di mia madre. Ora eravamo una cosa sola, uno nella bocca dell’altro, e ci stringevamo forte, come se tentassimo di soffocare nei genitali dell’amante.
Anche lui non era più un ragazzino, ormai. Quando ci districammo dal nostro ...