Io, mia moglie e i Trans
Data: 09/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Sesso di Gruppo
Trans
Autore: antonio-fusco, Fonte: xHamster
... sua faccia e le schizzo la mia sborra gridandole “vacca bevi anche la mia”. Maria Cristina riceve i getti sulla faccia e apre la bocca, vedo con ancora la sborra bevuta nel suo palato, con la lingua raccoglie anche la mia e la fa sparire al suo interno. Poi, con calma, dice a tutti: “ grazie per la colazione, ma se volete ancora la vostra troia pronta a ricevere cazzi dovete farmi riposare un po’, e “grazie per la colazione, era veramente di mio gusto.” Ci guarda con quel suo sorrisino, incorniciato da rivoli di sperma, restando oscenamente a gambe aperte da vera vacca.
Pioggia estiva
“Prima di uscire di casa togliete qualcosa.”
Questo diceva Audrey Hepburn.
E questo io facevo tutti i giorni, anche in quel pomeriggio di quell’estate afosa e calda in non c’era vento neppure a soffiare sulle foglie.
In piedi davanti allo specchio, alzai lentamente l’orlo del vestitino azzurro a fiori che portavo.
Le mutandine blu spiccavano a contrasto della mia pelle nivea, le afferrai con pollice e indice e piano le abbassai, svelando la mia fichetta, accuratamente depilata ore prima.
Il leggero tessuto cadde, sollevai alternativamente i piedi – calzati in alte zeppe con il tacco di corda che si allacciavano attorno alle mie caviglie sottili - per liberarmene e riabbassai la gonna.
Guardai la mia immagine allo specchio, mossi qualche passo per controllare come venisse evidenziato il piccolo triangolo del monte di Venere ogni volta che incrociavo le gambe.
Non era ...
... certo questo che intendeva Audrey, ma era una cosa troppo bella per poterci rinunciare.
È così meraviglioso uscire in libertà, sentire la stoffa che stuzzica le pelle – soprattutto il jeans – osservare le reazioni di chi si accorge, muoversi in modo tale da agevolare la scoperta.
Mi giudicai pronta e uscii.
Appena chiusi la porta provai la solita sottile eccitazione trasgressiva dell’essere uscita senza mutandine.
Passeggiai per il centro, osservando le vetrine e la gente.
Riconobbi i turisti intenti a fotografare negozi carini, monumenti e qualsiasi altra cosa li attirava; ragazzi sostavano nei bar o nei luoghi ombreggiati, altri camminavano senza meta.
Ancheggiavo sicura sulle zeppe, incrociando le gambe, un piede davanti all’altro, come in passarella.
La stoffa era abbastanza aderente ed evidenziare tutto l’evidenziabile, il solco fra i glutei, la giuntura delle grandi labbra.
A dispetto di quest’erotica provocazione tenevo gli occhi quasi pudicamente abbassati.
Eros e innocenza, questo è il segreto.
Ero osservata, lo sapevo, e la cosa mi faceva piacere.
Mi fermai in un bar per una coppa di gelato.
Scelsi un tavolino all’aperto, mi sedetti sulla poltroncina e gustai la coppa a piccole cucchiaiate.
Dei ragazzi seduti davanti a me mi scrutavano, ammiccavano e si davano delle gomitate.
Erano ragazzini delle medie, si capiva, massimo primo liceo.
Li trovai teneri.
Decisi di stuzzicarli.
Presi l’ultima cucchiaiata di gelato e ...