Esibita al bar
Data: 05/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Feticismo
Lesbo
Autore: Evoman2, Fonte: xHamster
... smetteva o, peggio, le mandava una nuova scossa.
Così, nel breve volgere di una mezz’ora lei era già fisicamente uno straccio. Eccitata e bagnata tra le cosce come una sgualdrina, sudata e stanca per la continua tensione muscolare. Lei, infatti, cercava disperatamente di non far t****lare quasi nulla, rimanendo composta e controllata, sempre con il terrore di farsi accorgere da passanti e altri automobilisti. Ma rimanere ferma, non urlare o non mugolare, a seconda dei momenti, costava ogni volta una gran fatica.
Finalmente la macchina si fermò, e solo allora Anna si accorse che era davanti a un piccolo bar di periferia. Lui perentorio le ordinò di scendere dall’auto e di entrare senza dire niente e senza fare storie.
Dentro c’era una varia umanità fatta per lo più da uomini dall’aspetto rozzo e poco curato, e qualche donna che in passato sicuramente non aveva disdegnato di vendersi per denaro.
Anna era schifata da quel posto, ma non osava dire niente. Inoltre era terrorizzata, ben sapendo come era vestita, quale era il suo stato in quel momento e immaginando che comunque non sarebbe stata una serata facile. Lui le intimò di mettersi in piedi davanti al bancone con le gambe leggermente divaricate. E con noncuranza ordinò da bere degli alcolici. Intanto, nascosto nella sua tasca, il telecomando continuava ad essere spinto un po’ a caso. Anna era invasa da una serie di sensazioni tra le più disparate tra loro e faceva veramente una gran fatica a cercare di ...
... mantenere un contegno. Ma non riusciva sempre a contenere gridolini o mugolii e soprattutto non riusciva a stare ferma, a non muovere le gambe cercando di chiuderle quando le sensazioni si facevano più violente, a non ondeggiare con il bacino.
Per chi la vedeva da dietro doveva essere uno spettacolo molto eccitante, con quel vestito cortissimo che le arrivava a malapena a coprire la parte bassa del culo, con delle leggere striature lungo le cosce per i suoi umori colati a causa del trattamento subito fino a quel momento, ma soprattutto con quei fianchi che non stavano un attimo fermi, che ondeggiavano a destra e sinistra, come in preda a un raptus di libidine. Inoltre dalla sua bocca uscivano i suoni inconfondibili di una donna che vuole godere, che ogni tanto soffre, ma soprattutto che cerca in tutti i modi di non darlo a vedere, senza ovviamente riuscirci.
Anna ingoiò in un attimo il gin che il barista le aveva messo davanti, quasi senza accorgersi che si trattava di un superalcolico e che lei non era tanto abituata a bere. A quel punto Marco, bruscamente, la fece girare e disse al barista di tenerle ferme le braccia. Queste, tirate da dietro, la obbligavano ad assumere una posizione con il bacino proteso in avanti, con il bancone che le fermava i fianchi. Marco, inoltre le piazzò uno sgabello in mezzo alle gambe, il che le impediva ora di poter chiudere le cosce.
Se prima Anna poteva sperare di far finta di niente, ora l’essere costretta a guardare la platea dei presenti ...