Cronache dalla città di Nefalia
Data: 31/05/2022,
Categorie:
Anale
Hardcore,
Sesso di Gruppo
Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster
... arrivata, chi te l’avesse donata… ma di una cosa sono assolutamente sicura: muoio dalla gelosia per quella cosa di stoffa, gomma ed ovatta. La odio. La ucciderei. Di lei non mi hai mai parlato, me ne accorgo solo adesso, ma so, lo sento, che in una parte nascosta, forse sopita, del tuo cuore e della tua anima, a quella cosaccia di stoffa sei ancora tremendamente legato. La odio… basta questo per odiare? Si, certo… basta eccome! Non potrei mai digerire di doverti dividere con qualcuno. Oqualcosa!
E’ un flash, uno solo… breve ma intenso, descrittivo, penetrante. Hai più o meno sei anni. Sei seduto docile sul pavimento della tua cameretta, proprio qui per terra, accanto al letto, dalla parte dove ora sono distesa io, di fianco, mentre ti guardo dormire profondamente. Mi giro sull’altro fianco e posso quasi toccare l’immagine che, di te, quella visione mi regala. Hai le gambe incrociate, come all’asilo, quando ti dicevano di sederti all’ indiana. Tutt’attorno, sparse, giacciono le tue automobiline di ferro e plastica, rovesciate, confuse: inutili pedine di una strage automobilistica, di un maxitamponamento sull’autostrada del tuo pavimento. D’un tratto sposti gli occhi dalla scena d’apocalisse, di lamiere che si accartocciano, sirene che urlano disperate, grida d’agonia e rumore di cesoie idrauliche. E’ il canto d’una sirena a richiamarti… silenzioso, flebile, eppur tremendamente maleducato nell’entrarti in testa senza permesso, senza nessuna intenzione d’uscire. E’ lei, la ...
... dannata Emilie che gorgheggia dalla mensola dove si sente troppo sola. I tuoi occhi, scuri di pozzo profondo, iniziano a cercare i suoi, si fissano nel riflesso di quelle biglie di vetro. Il tuo respiro si fa veloce, il cuore impazzito. Nella bocca qualcosa ha rinsecchito la lingua, l’interno delle gote, le gengive. Lì sotto il tuo sesso piccolo, delicato, s’arrossa, si gonfia. Tu sai cosa significa. Tu sai che è lei che lo vuole. Tu sai di non potere, di non volere, di non saper dire di no. Ti alzi con un movimento scomposto, come se l’equilibrio fosse malfermo, ed in pochi passi spacchi la stanza, dal letto alle mensole, lungo la parete opposta. Una volta che l’hai ben stretta tra le mani, in un abbraccio goffo, inesperto, a passi larghi, frettolosi ma sempre discreti ti avvicini alla porta. Spingi il battente all’esterno, sul corridoio, per dare solo un’occhiata, essere sicuro che nessuno ti disturberà per i prossimi minuti. Nessun fiato, nessun rumore… nulla! Richiudi la porta e sei steso sul letto dopo poco. Strofini quel bozzo oblungo, duro, coperto dai pantaloncini del pigiamino, contro il gonfiore liscio che Emilie ha sotto la gonna a fiori. E’ solo un caldo che cresce, è solo un senso strano di frenesia… è solo un po’ la testa che gira. Non mi vedi, non leggi l’odio che mi galoppa su e giù per il corpo, puledro impazzito. Sei mio e non posso accettare che, anche solo per un momento, tu sia stato suo. Non è come le mille ragazzine vuote, fotocopiate, che ti ronzano ...