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Matilde 08-24 - fino al parto e oltre
Data: 17/05/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Alex46, Fonte: Annunci69
... può stare fermo e misura la stanza a grandi passi ripetuti, così mi ha raccontato poi Debra. Il travaglio, gli incoraggiamenti, le esortazioni a spingere, perdo la nozione del tempo, un sogno che attraverso non poco dolore crea una realtà di tre chili scarsi... Tutta l’equipe sapeva che in caso di maschio i primi strilli erano di Davide... E così è, mi dicono che Davide sta bene, che tutto è andato magnificamente. E io ho appena la forza di capire che mamma lo sono diventata davvero, sfinita, priva di energie. D’ora in poi non sarò mai più da sola, una certezza che mi colpisce per la sua elementare assenza di alternative. Davide è bellissimo, mi dicono tutti il giorno dopo, e lo penso anch’io quando mi si aggrappa al seno con una foga che ho visto solo in suo padre... Ha i nostri occhi azzurri... Nel giro di poche ore arrivano Aldo e i quattro nonni. E, alle tre del pomeriggio, ecco anche Adele. Dio, che piacere che mi fa! Sono ancora abbastanza esausta, ma per Adele ho un sorriso speciale. - Sono arrivata di corsa... tanto tra poco toccherà a Debra - lei si schermisce. Siamo appena rientrati a casa, con tanto di vagoncino culla, ed ecco che Debra accusa i primi sintomi. Sono le nove di sera del 30 luglio, che giornate, ragazzi! Michele la carica in auto assieme ad Adele e via ancora una volta alla clinica! Mio malgrado devo rimanere qui, anche se non da sola perché mia mamma si è catapultata ad assistermi nella mia prima notte casalinga con Davide. La nascita è ...
... alle due di notte, lo vengo a sapere proprio mentre Davide fa la sua poppata. È quindi mia mamma che risponde al telefonino. Dopo pochi secondi, sorridendo mi dice: - È arrivata Monica. E io sento che ora, proprio in questo preciso momento, tutto si è davvero compiuto. Infatti, siamo praticamente alla fine della storia che ho voluto raccontare. Ora è l’inizio di qualcosa davvero nuovo, qualcosa che forse meriterà di essere raccontato, oppure no. È passato un mese di poppate, sorrisini, dormite angeliche e risvegli nel cuore della notte. Un mese di pannolini, di sguardi complici con Debra, di ammirazione, di felicità, di Michele felice come un bambino. Un mese in cui ci siamo ricostruite, in cui gradualmente abbiamo ripreso anche a essere donne. E voglio concludere questo mio lungo racconto così come l’avevo incominciato, cioè con la descrizione fedele di come io, guardandomi allo specchio, abbia improvvisamente ripreso a desiderarmi e, di conseguenza, a desiderare. Debra e io siamo sole in casa, i bambini dormono entrambi, sento improvvisa la voglia di essere quella che ero prima, di curare me stessa con le stesse attenzioni che avevo una volta. Essere mamma è l’occupazione più importante, ma sento che non posso e non devo dimenticare me stessa. E appena il mio corpo me ne dà il segnale, non esito. Ora sono completamente nuda nel mio bagno, a porta aperta. Mi osservo il seno, ben più voluminoso del solito; ma poi l’attenzione si posiziona sul ventre, non ancora ...