1. Viaggio di ritorno (dedicato a te)


    Data: 11/05/2022, Categorie: Masturbazione Autore: Agnodice, Fonte: EroticiRacconti

    Sono in treno, sto tornando a casa dopo l’appuntamento dal notaio. Conosco a memoria questa tratta, da studentessa la percorrevo quasi tutti i giorni: i meleti, i campanili delle chiesette di paese, il profilo delle montagne, la loro cupa morsa. Viaggiando assieme ai compagni di corso non ci facevo caso, me ne accorsi quando iniziai a muovermi da sola: il treno mi eccita. Quel leggero sussultare e ondeggiare mi provoca piccole scariche elettriche al bassoventre e un piacevole pizzicore al clitoride. Lungo o corto che sia il viaggio, la fica inizia a pulsare dopo pochi minuti dalla partenza e arrivo a destinazione immancabilmente umida e vogliosa.
    
    Sono seduta da qualche minuto, il cellulare nella tasca della giacca che ho posato sulle cosce vibra: è un tuo messaggio. Ma cosa mi mandi, il link a un video porno alle due e mezza del pomeriggio?? Mmmh. Mi guardo intorno: sul vagone è salita poca gente, i sedili davanti a me sono vuoti e il poveretto che siede dall’altra parte del corridoio, in diagonale rispetto a me, sta sonnecchiando affogato nei suoi chili di troppo. Maledizione: già di primo pomeriggio sono particolarmente sensibile (alcune delle scopate meglio riuscite le colloco in questo orario, seguite da un sonno ritemprante), già l’effetto del treno si fa sentire là sotto, l’anteprima del link che mi hai inviato, con una brunetta costretta contro gli scaffali di un mobile libreria e un pezzo d’uomo che le sta infilando il cazzo in uno dei due buchi che da qui non ...
    ... distinguo, non fa che imbizzarrire la mia lussuria. Alzo gli occhi dal cellulare per controllare se qualcuno può vedermi: direi di no. Fortunatamente la prossima fermata è tra venti minuti, in teoria non dovrebbe esserci un andirivieni di persone nel frattempo. Scivolo col sedere in avanti sulla seduta, così da appoggiare la zona lombare e “liberare” la fica, divarico le gambe, apro la giacca e la sistemo sulle cosce a formare una sorta di monticciolo di stoffa sopra la cerniera dei jeans che apro, insieme al bottone. Clicco sul link, avvio il video, purtroppo non ho gli auricolari con me, dunque mi tocca azzerare il volume. Un ultimo sguardo di sottecchi al mondo circostante – il tizio continua a sonnecchiare, nessun altro in vista – : via libera!, infilo la mano destra sotto l’elastico delle mutandine e inizio a titillare il clitoride. Mi piacerebbe insinuare le dita sotto il cavallo degli slip, come faceva il mio primo morosetto: l’ho sempre considerata un’abile scorciatoia, un intrufolarsi più sfrontato e impudico e per questo più eccitante, ma in questo momento non posso che appoggiare il palmo della mano sul monte di Venere, farmi largo tra le grandi labbra già gonfie, calde all’inverosimile e appiccicose per tormentarmi il clitoride. La brunetta del video sta cercando di ricattare il suo capo, un tipo in giacca e cravatta (sei uno stronzo!) che mi ricorda vagamente Benedict Cumberbatch. Lui però la prende alla sprovvista, improvvisamente i ruoli si ribaltano e la popputa ...
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