L'infermiera del collegio - Prima parte
Data: 19/06/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Margaret, Fonte: EroticiRacconti
... abbandonando la formula “Lei” di riguardo e ogni forma di cortesia, con fredda determinazione mi dice: “Apri il culetto; su, apri il culetto.” E poi un forte schiaffo sulla natica. Sento le sue mani vicino alla mia carne e poi la cannula dentro di me. Tutta dentro di me al punto che sentivo i bordi della pera toccare le pieghe del mio buchetto. Sento il liquido penetrarmi, mentre Ingrid preme con forza la pera. Poi la estrae, la fa riempire di aria e continua per una seconda irrigazione. “Basta così” dice soddisfatta e si allontana nella stanza attigua.
La Dottoressa, anch’essa soddisfatta della terapia applicata mi fa segno di rivestirmi in fretta e mi indica il bagno della infermeria.
E fece bene, perché in quelle condizioni non sarei arrivata indenne fino al bagno della mia stanzetta o al bagno sito nel corridoio della classe.
Credo davvero che la frase “E’ tutto in ordine” fosse la “parola d’ordine” per comunicare alla infermiera la predisposizione della iniezione e che la pera purgativa fosse stata già preordinata dalla dottoressa al momento della lettura della mia scheda. Non si può spiegare diversamente la precisione nei tempi e nei modi.
Completamente stravolta decisi di non dire nulla a nessuno della purga somministratami. Dopo circa un’ora ritrovai la mia amica che mi aveva illustrato i modi di esecuzione del “controllo medico sanitario” e con una certa stizza le dissi: “Che càspita mi hai detto. È stato un inferno, conclusosi poi con una iniezione di ...
... vaccino.”
“A chi lo dici? È cambiato tutto! A me fa ancora male il culo!”
E la sera, noi quattro della stanzetta, tutte e quattro “bucate”, ci coricammo tranquillamente. Forse neanche troppo “tranquillamente” perché, a luci spente e nella penombra, vidi le coperte degli altri letti, “ondeggiare” decisamente. Lanciai quasi un urlo: “Che sta succedendo?”
E una delle ragazze: “Stiamo tutte pensando a stamattina, ai nostri poveri culetti e ce la stiamo spassando un po’…”
Ed io, con aria severa da sorella maggiore: “Siete delle porcelline” dissi.
Ed una vicina di letto: “Perché tu non ti tocchi mai? Aspetta, ti faccio toccare il mio ginocchione!”
E nella penombra si infilò nel mio letto, mi alzò la camicia da notte e mi sfilò le mutandine. La terza ragazza guardava ansimante e la quarta si pose di guardia vicino alla porta, nel caso in cui fosse passata la sorvegliante notturna.
La ragazza nel mio letto cominciò a strofinarmi sapientemente le parti intime. Si capiva subito che era persona che ci sapeva fare. Poi quando si accorse che stavo arrivando all’orgasmo, mi aprì le gambe e pose il suo ginocchio in corrispondenza della mia vagina, tra le grandi labbra, muovendolo ritmicamente.
Fino a quel momento non avevo mai goduto così tanto.
L’altra ragazza disse: “Bene, è arrivato il mio turno.”
Ma la “maestra”, scendendo dal mio letto le disse: “No, dai per oggi basta. Sono davvero stanca. Ti prometto domani.”
L’ultima delle quattro, accortasi della fine ...