1. Blade: giorni diversi


    Data: 22/04/2022, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... svenimento. -Ora… Il portale…-, disse Melchor, -Spero tu non ne abbia a male, Flux.-. La nera lo guardò con odio. Assoluto e totale. La sua voce pareva uscire dall’oltretomba quando parlò. -Vaffanculo!-. Melchor sorrise. E piantò un coltello di qualche centimetro nel petto di Flux. La giovane smise improvvisamente di respirare. Sputacchiò qualcosa. Spuma rossastra. E disse una parola. Una sola, che mi sarebbe rimasta in testa a vita. -Blade!-.
    
    Il dolore svanì. La paura svanì. Tutto quanto svanì. Ma la rabbia no. Ce n’era per un eone. L’urlo che mi uscì dalla bocca non aveva più nulla di umano. Era il grido di una bestia, di un uomo che aveva ceduto al suo lato più oscuro e che ora voleva la vendetta. Da sopra il corpo di Flux, abbandonato a terra si aprì uno squarcio. Una vera e propria breccia nel tessuto della realtà. Da cui si sarebbe riversata la progenie del male. -Melchor! &egrave finita!-, urlò il capitano Wuong. Lui e due dei suoi entrarono nel tunnel. Melchor sorrise. E sparò. Wuong e i suoi uomini furono colti in pieno. Un proiettile ciascuno. Non sapevo dove fossero gli altri rinforzi ma supponevo non ci fossero. Dovevo essere io… a farla finita. -MUORI!-, gridai. Trapassai con gli artigli del braccio sinistro uno dei teppisti. Il secondo mi sparò. Impatti allo stomaco. Non li sentii neppure. La furia che provavo spingeva il mio fattore ringenerante al suo massimo. Avrei potuto attraversare l’inferno e non bruciarmi… O quantomeno non sentirlo. Tirai un calcio a ...
    ... Melchor e rimbalzai contro il suo scudo. No. Non esisteva, non l’avrei permesso. Quel bastardo aveva ucciso Flux. Non esisteva che l’avrebbe fatta franca. In nessun universo! -Figlio di puttana!-, ringhiai colpendo inutilmente l’uomo che sorrideva. Dal vortice empirico iniziavano a giungere creature. Non sapevo che fine avesse fatto l’esercito della Tigre ma sapevo che dovevo chiudere il varco. Ma non avevo idea di come fare. No, non avrei accettato la sconfitta. Sarei morto, piùttosto che soccombere così. Melchor mi sorrise. Puntò la pistola. E fu centrato da un proiettile che gli disintegrò la mano. Urlò. Io mi voltai. E me la trovai davanti. Armatura da battaglia ipertecnologica, pistola puntata su Melchor, la Tigre avanzava per difendere il suo dominio. -Bel colpo, Tigre! Un peccato che sia tardi!-, urlò Melchor. Dal portale interdimensionale uscirono esseri spettrali amorfi e terribili. La Tigre parve esserne impaurita. Per un istante. Io stesso non ero proprio immune alla paura. Ma mi feci forza. -Se pensi che basterà dell’ectoplasma a uccidermi, ti sbagli.-, disse la padrona di Madripoor. -&egrave solo una diversione.-, disse Melchor. alzò il braccio mutilato e prese a salmodiare qualcosa. -Dietro di me!-, esclamai. La Tigre era una donna. Un uomo non poteva uccidere Melchor ma lei sì. E perché Flux venisse vendicata, la Tigre doveva vivere. E se io dovevo morire per proteggerla, andava bene. Mi preparai all’impatto, pensando a un posto lieto. Un aldilà felice in cui ...
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