1. LA FATA DI FERRO


    Data: 15/04/2022, Categorie: Anale Sesso di Gruppo Lesbo Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... giovanetta.
    
    Alba voleva toccare la pelle nuda di lei, ma non voleva sembrare troppo insistente. Alla fine si fece coraggio. Stavolta doveva tentare. Non poteva restare per sempre nell’insicurezza e col petto in fiamme.
    
    Le dita sottili della sua mano, acquistarono coraggio, e come artificieri che manipolano una bomba inesplosa ... uno dopo l’altro sbottonò i tre bottoni, che scendevano dall’alto verso il basso, del decolté della Fata di Ferro.
    
    I seni tracimarono come un fiume in piena, privi oramai di ogni difesa. Non più trattenuti, si allargavano mollemente, allontanandosi l’uno dall’altro. Tra di essi apparve allora come una vallata rorida di sudore. Come provenisse dal sottobosco nel mese di agosto: una zaffata di profumo di donna invase le nari della principessa impertinente.
    
    Alba era insicura nel leggere i segnali del piacere, ma di certo non evitò di cercare la voluttà tra quelle due montagne calde e tenere. Sulla sommità, sorgendo come un tempio tibetano, dall’aureola larga e scura i capezzoli, turgidi e torniti, grossi come la punta di un dito svettavano, allettando al piacere.
    
    Il contatto della pelle nuda con i luoghi più intimi della sua “madrina” resero la principessa euforica, come ubriaca. Abbandonò ogni freno inibitore e si avventò con le mani su quei seni e sulla pancia che li sosteneva con le mani bramose di toccare.
    
    Sotto di lei la sua farfalla gocciolava estro macchiando di umido la pelle del divano.
    
    Quel silenzio indifferente e annoiato ...
    ... della fata, che spesso era stato causa di dolori d’amore nella giovane principessa, ora era benedetto.
    
    La donna immobile si lasciava sballottare, tastare, annusare, senza dare segno di fastidio.
    
    Alba aveva perso la testa … adesso era quasi pronta al passo decisivo: la vicinanza del suo viso e della bocca a quel seno generoso la invitava a prendere i capezzoli tra le labbra e a succhiarli con foga e passione.
    
    La voce della Fata di Ferro arrivò pacata, ma decisa ... in maniera del tutto inaspettata ... come uno schiaffo sulle mani.
    
    La matrona uscì all’improvviso dal suo torpore sibillino. Risorse e voltandosi verso Alba, la fissò con gli occhi scuri, ardenti come braci:
    
    - Ma ti piace veramente quello che stai facendo? -
    
    Alba sussultò. Ritirò la mano. Si irrigidì come se fosse stata colpita da un ceffone.
    
    Nonostante la donna continuasse a rimanere immobile sul divano, con i seni fuori dall’abito stretto; nonostante l’orlo sottostante, sollecitato dai moti inarrestabili della ragazza, fosse salito fino a scoprire tutte le grandi cosce e perfino la mutandina bianca di cotone … fu la ragazza a sentirsi a messa a nudo.
    
    Si sentì scoperta, in un gioco che follemente aveva pensato di poter occultare.
    
    Si vergognò di avere approfittato … esagerato … usurpato.
    
    Aveva invaso ogni giorno di più l’amicizia bonaria della fata, frugando sempre di più il suo corpo.
    
    Quel giorno aveva di certo esagerato e all’improvviso provò su di se tutta la violenza della colpa ...
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