Zozzerie in bagno - Il pianeta delle formiche
Data: 10/04/2022,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Dora, Fonte: EroticiRacconti
... spalle, accarezzando anche quelle. Poi si chinò a sfiorarle il collo con le labbra, dolcemente, restituendole la sua lacrima. Il suo corpo iniziò a tremare lievemente, quelle attenzioni la rimescolavano dentro, si sentiva trasparente.
Mario posò le sue labbra su quelle di lei, il primo bacio di quel loro pianeta. Prese poi a sfilarle i vestiti: la felpa nera del suo umore nero, il maglione rosso del suo cuore di sangue, la maglia bianca, ultimo strato a celare la pelle.
Poi si inginocchiò, cavaliere cortese, affondò i suoi zigomi ruvidi e affilati nel ventre sensibile della sua dama. Posò morbidi baci intorno al suo ombelico. Sciolse attentamente i lacci delle sue scarpe nere e gliele sfilò. Fece lo stesso con i pantaloni neri. Poi con le lunghe calze nere. Infine con le mutandine nere.
Lei si scorse alle spalle di Mario, riflessa nello specchio. Era diventata completamente bianca, il viso esangue, i muscoli tesi, il tremore. Poi quegli occhi languidi e spauriti. E il suo Mario che la trasformava, la abbracciava, le sfiorava le ossa con le dita, la pelle con i baci. Si prendeva cura di lei come fosse stata un bellissimo scarabeo che non avrebbe sopportato di uccidere.
Lo vide sfilarsi i vestiti: il maglione rosso e nero e verde, i pantaloni scuri, i calzini a pois piccoli piccoli. Per lei era come vivere una poesia dei crepuscolari, gesti che lui ripeteva ogni giorno acquistavano in quel momento un significato profondo, la grazia delle sue mani le faceva ...
... provare dolore nell’anima tanto era bella.
Si strinsero di nuovo forte, con tutti e due i loro corpi nudi. Presero ad esistere insieme.
“Vieni con me”, disse Mario. Le prime parole sul loro piccolo pianeta. Le sole che servissero.
Anche la luce che veniva dalla finestra diventò bianca, lui aveva il potere di trasformare tutto con la sua voce, con il suo calore.
Sui loro corpi cominciò a piovere acqua calda. Le gocce smussarono gli spigoli.
Si accorsero presto che anche dai loro occhi pioveva, gocce discrete che cercavano di passare inosservate. Non potevano che piangere l’uno per l’altra in quel momento. Piangere per il loro modo di esistere.
Mario le sorrise tra le lacrime. Il corpo di lei continuava a tremare mentre le sue dita seguivano i sentieri violacei tracciati sotto la sua pelle. Sotto i polsi, sul collo e sulla schiena. Ogni osso sporgente era un piolo a cui aggrapparsi, di cui saggiare la consistenza.
Non potevano che baciarsi in quel momento. Soffrendo e consumandosi per poi cominciare nuovamente.
I seni di lei erano fatti per strusciarsi sul petto di lui, per essere stretti dalle sue mani. I suoi denti per mordergli il collo. Le sue unghie per graffiare la pelle spessa della sua schiena di marmo.
Continuarono a muoversi e cercarsi, sempre più in profondità, finirono per penetrare l’uno dentro l’altra, facilmente come immergersi nell’acqua.
Come si può non esistere? Si chiese.
Lei e Mario erano fatti per esistere, erano l’unica cosa ...