1. Zozzerie in bagno - Il pianeta delle formiche


    Data: 10/04/2022, Categorie: Sentimentali Autore: Dora, Fonte: EroticiRacconti

    Non sapeva ancora che quello sarebbe stato l’ultimo giorno del loro amore. La pagina finale del libro. Quella in cui un minuscolo punto di inchiostro nero interrompe per sempre il rapporto tra quello che c’è e quello che ci sarà.
    
    Era tutto grigio ed evanescente. Camminava vuota sulle stesse scale della stessa stazione. Ancora e ancora, gli stessi binari da attraversare, le stesse linee gialle, le stesse mattonelle. Il rumore dei suoi passi le rimbombava dentro.
    
    Trascinava i piedi nelle sue scarpe consumate e si sentiva sempre diversa. Alla gente non importa di come si senta una sconosciuta, si limitano a fare su e giù per la loro strada, giorno dopo giorno. Riempire e svuotare i luoghi continuamente, come fa quel posticino nel suo corpo, dove lo sterno si congiunge con le costole e l’esofago si congiunge con lo stomaco.
    
    Continuava a muoversi, pensava che alla fine siamo tutti fatti di sacche e cunicoli, qualche bastoncino per tenerci interi.
    
    Il vento soffiava forte di rabbia e lei aveva smesso di preoccuparsi dei suoi capelli da tempo. Quando la porta si aprì lui la vide. Arruffata, vuota e vestita completamente di nero.
    
    «Chi è che ha trasformato gli uomini in formiche?»
    
    Lei non parlava e Mario non parlava. Quante volte si era ripetuta quel nome nella testa, ripercorrendone le sillabe, adattandolo ai contorni del suo viso spigoloso, riempiendolo di significati sempre nuovi. Non parlavano perché non era necessario. Entrambi sapevano perché erano lì.
    
    La ...
    ... porta di legno si chiuse alle loro spalle con un rumore sordo, come una vetrata che si infrange sul muro del silenzio.
    
    Mario mise una mano sulla sua e la strinse. Per la prima volta quel giorno sentì di esistere.
    
    «Chi è che ha trasformato le formiche in uomini?»
    
    Il sangue scorreva sotto la pelle delle loro mani, a prendere strade che non avevano tracciato loro consapevolmente. Non lo avevano fatto.
    
    Mario le lanciò uno sguardo e fu come se le avesse spedito mille lettere, quindi cento e poi altre mille.
    
    Sempre stringendole la mano la guidò verso il bagno. Il silenzio aveva qualcosa di definitivo dentro di sé, ci si sarebbe aspettato che i mobili della casa fossero coperti da lenzuoli bianchi, che le imposte fossero chiuse. Anche se non era così, tutto era comunque muto e sacro e loro erano i primi abitanti di quel pianeta.
    
    Il bagno aveva una piccola finestrella a vasistas, in alto sulla parete che dava verso l’esterno, da lì entrava la luce grigia. Quella che non smetteva di seguirla da quella mattina. Che si nutriva del suo vuoto. Mario si fermò di spalle allo specchio e la guardò di nuovo negli occhi.
    
    Una lacrima scivolò sulla sua guancia dall’occhio destro, lentamente, come una lumaca su una foglia. Lui la raccolse con la punta della lingua, dischiudendo appena le labbra.
    
    Passò i suoi polpastrelli di petali di fiore sulle guance di lei. Li usò per far scappare dalle asole i due bottoni della giacca da uomo che la avvolgeva. Dolcemente la sfilò dalle sue ...
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