I ragazzi Marchi
Data: 05/04/2022,
Categorie:
Anale
Hardcore,
Gay / Bisex
Autore: aramis45, Fonte: xHamster
... mio buco del culo. Mi spinsi verso il basso costringendo le loro cappelle a passare il mio sfintere e penetrare nel mio culo affamato. Sentii un bruciore momentaneo quando l’anello del mio culo si tese per accogliere il duplice cazzo, poi una sensazione di pienezza e beatitudine
quando la doppia asta scivolò oltre la prostata per riempire completamente il mio buco.
Con la faccia verso Michele cominciai ad incularmi sugli uccelli dei ragazzi mentre prendevo i morbidi capezzoli eretti del bel ragazzo, stringendoli e tirandoli con le dita, facendogli inarcare la schiena e chiudere gli occhi per il piacere.
Continuai a rimbalzare su e giù sul duplice cazzo mentre Michele cominciava a carezzare la mia erezione enorme. Marco cominciò a fottere ardentemente il mio culo, spingendo in su quando io mi accosciavo completamente giù e tirandosi indietro quando alzavo il sedere.
Ci vollero solo pochi minuti prima che Michele cominciasse a gemere e lanciasse un consistente ruscello di sperma dentro di me rivestendo di sborra il cazzo di suo fratello che aveva cominciato a vuotare il suo carico nel mio intestino. Sostituii la mano del fratello minore sul mio uccello con la mia e schizzai il bianco liquido bollente sulla sua faccia ed il suo torace.
Mi tolsi lentamente dagli uccelli colanti dei ragazzi e sentii il mio buco spasimare per il vuoto creatosi, ansioso di essere riempito di nuovo. I ragazzi rimasero sdraiati sull'erba dalla piscina ansimando. Michele si passò ...
... una mano sulla faccia coperta di sperma e si succhiò la mia sborra dalle dita.
Mentre ci pulivamo e vestivamo, Marco sembrava piuttosto preoccupato; gli chiesi cosa c’era che non andava. “Non abbiamo mai fatto sesso con qualcuno che non fosse papà. Non voglio nasconderglielo, ma non so come dirglielo.”
Gli strinsi affettuosamente la spalla soda. “Non preoccuparti, ci penserò io, fammi chiamare da tuo papà stasera, digli che voglio parlargli per prendervi nella squadra di lotta.”
Carlo chiamò quella sera, gli dissi che volevo parlargli dei suoi figli e l'invitai a cena per la sera seguente. Piuttosto di malavogliai accettò ed offrì di portare del vino. La sera dopo all’ora precisa lui era alla mia porta. Gli diedi la mano, lo feci entrare ed accomodare sul divano mentre stappavo il vino.
Quando ritornai in soggiorno mi sedetti vicino al bel papà. Lasciai che la mia gamba pigiasse leggermente contro il suo ginocchio e la sensazione iniziò a far crescere l’uccello nei miei pantaloncini.
Carlo sembrava nervoso e pensai fosse per cercare un soggetto di conversazione. “Prima di tutto volevo dirti che penso che i tuoi ragazzi non avranno problemi di integrazione nella squadra.” La faccia di Carlo si accese e sembrò si rilassasse un po’. “Sono forti, veloci e, cosa più importantemente, sono abili. Penso che diventeranno dei bravi lottatori.”
Carlo continuò a sorridere. “Speravo che lo dicessi.” Mi spiegò.“Come forse ti avrò detto io facevo lotta al liceo ed ...