1. Raffinata e superlativa impronta


    Data: 03/04/2022, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... Rosalba fermamente convinta verso se stessa, pur sapendo che giammai sarebbe riuscita a compierlo, perché non era nel suo arrendevole, placido e conciliante carattere. Ogni giorno, aveva invero davanti di fronte a se, le fameliche e le cupide occhiate di coloro che avrebbero voluto che scivolasse sotto la scrivania per compiacerli, ciò nonostante Rosalba non si fidava per nulla degli uomini, perché percepiva ravvisando per bene la loro natura.
    
    Fuorché una mattinata, in quanto i suoi costanti e stazionari doveri di lavoro, la condussero irrimediabilmente nel cuore della sua città, intanto che s’indirizzava all’incontro si ritrovò nelle adiacenze d’una bottega, dove per la circostanza vendevano oggetti di chincaglieria, accedette per dare giustappunto un’occhiata rapida e si trattenne un poco di tempo. Dopo acciuffò la sua borsa e s’avviò dove i suoi clienti l’attendevano, per essere scortati in ispezione alle installazioni della ditta per la quale Rosalba faceva parte. La giornata si snodò speditamente, ciononostante ogni tanto emergeva distinguendosi alla sua mente quel resoconto, quella femmina con quel camuffamento adocchiato dentro quella bottega in precedenza. Si preparava per sprangare la porta della sezione, mentre il telefono trillò, in quel frangente pigiò il tasto e rispose, udendo con una gradita sorpresa l’accento soave e delicato della sua devota e leale amica Evelina.
    
    “Cara mia diletta, sono contentissima d’ascoltarti, stavo sprangando adesso l’uscio del ...
    ... reparto. Come te la passi? Ho una voglia di parlarti e d’incontrarti. Ti andrebbe, sei in città?”.
    
    “Naturalmente, buona idea Rosalba, sì, ora mi trovo in erboristeria. Dai che ci sorseggiamo un Prosecco assieme. Al consueto posto, la prima che arriva ordina da bere. A tra un poco, ciao”.
    
    Quando approdò al bar, dove abitualmente s’imbattevano per dialogare, Evelina era già lì, perché il sorriso della sua amica era una vistosa e briosa potenza per il suo cuore,perché sapeva che l’una era essenziale e di gran peso per l’altra, accomunate ambedue indiscutibilmente da un’aguzza, sagace e sottile fusione, da un’interconnessione spontanea, da un’amicizia immediata, intrinseca e istintiva, che andava oltre gli usuali e i tradizionali abituali confini.
    
    “Ciao mia amabile e piacente amica, che cosa mi riveli di bello Rosalba?”.
    
    “Gioia mia, ti espongo che quest’oggi ho visto un ritratto magnifico che mi ha profondamente preso e svisceratamente catturato”.
    
    Rosalba intraprese a esporle con opulenza di dettagli le emozioni e le impressioni che aveva quel dipinto, di quell’inconsueto e pieno momento, di come le fosse durato deliziosamente dentro, come se stesse inconsapevolmente e inavvertitamente inseguendo il suggerimento per un non so che, da quella riproduzione e da quella visione talmente coinvolgente e celata.
    
    “Ti dirò Evelina, che forse gradirei io essere io la femmina ritratta in quel dipinto”.
    
    “Rosalba cara, dimmi una cosa, vorresti forse essere raffigurata in ...
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