1. La vacanza-studio


    Data: 03/04/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Gay / Bisex Autore: Eolore, Fonte: RaccontiMilu

    ... calore che i primi baci, autentiche micce della passione, avevano fatto divampare; l’impeto della sua mano che cingeva a guisa d’elsa la mia spada; lo slancio che aveva portato la lama a conficcarsi tra le sue fauci, affondandovi sempre di più fino a quando, vinta, dopo un ultimo sussulto si era lasciata inghiottire completamente. Andrea ascoltava interessato il mio racconto e capii che le mie parole lo stavano eccitando. Volli sentire con mano l’effetto che facevano su di lui. Muovendo agilmente la mano sotto le coperte iniziai ad accarezzargli la zona genitale, percependo da sopra i pantaloni il suo pene già eretto. Ero eccitato anch’io e stavolta nulla poteva fermarmi a differenza della sera precedente. Mi intrufolai con le dita dentro i pantaloni e superai senza indugio l’ultima resistenza delle mutande. Impugnai il suo pene ed iniziai ad andare su e giù. In quel momento, guardando Andrea che aveva socchiuso gli occhi abbandonandosi al piacere che gli stavo regalando, ebbi prova del significato della parola potere, nel senso più autentico del termine. Andrea appariva come un giovane eroe greco colto nel mentre di uno sforzo supremo richiestogli dalla volontà di un dio capriccioso. Ma non mi bastava, volevo di più, volevo fargli toccare le vette dell’Empireo proprio come Caterina aveva fatto con me. Fu allora che scostai la coperta scoprendo le sue nudità e mi avventai con le mie labbra sul suo pene: lo baciai, lo leccai, lo avvolsi, lo inghiottii fino quasi a ...
    ... soffocare. Non mi fermai finché non ne sgorgò il bianco nettare a cui anelavo e che non esitai ad ingurgitare. A quel punto Andrea era frastornato dal piacere ma io dovevo ancora averne la mia parte. Così mi calai i boxer liberando il mio pene e cominciai a masturbarmi come un ossesso portandomi in prossimità del viso del mio amico. Gli sborrai in faccia con una quantità di sperma che mai avevo prodotto prima. Poi, come Icaro che troppo si era avvicinato al Sole, anch’io caddi e provai vergogna per quella faccia innaffiata del mio seme che avevo davanti agli occhi e del sapore di sborra che avevo nella bocca. Facemmo rapidamente a turno una doccia e poi andammo a dormire, senza rivolgerci la parola.
    
    Il mattino seguente eravamo in ritardo per la lezione: né Andrea né io ci eravamo ricordati di mettere la sveglia e perciò uscimmo di casa senza nemmeno aver fatto colazione. La fretta che avevamo di arrivare in aula non ci lasciò il tempo di riflettere su quello che era accaduto la sera prima e su quanto ormai stessimo varcando i confini della morale comune.
    
    La prima parte della mattinata trascorse abbastanza lentamente, dato che la lezione era un po’ noiosa. Come ulteriore elemento di distrazione si aggiungevano gli sguardi languidi che Caterina mi lanciava fugacemente, lasciandomi intendere che ci sarebbe sicuramente stato un seguito a quanto era successo il giorno antecedente.
    
    Finalmente arrivò la pausa pranzo, che consumammo nella mensa della scuola. A tavola non mi sedetti ...