Viaggio di lavoro a Roma
Data: 12/06/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Tradimenti
Autore: serenella, Fonte: RaccontiMilu
... qualità, poi in macchina. Indica all’autista di passare dal Vaticano, dai Fori, dall’altare della Patria per un tour veloce della città.Visto l’andazzo mi ero ormai tranquillizzata, solo che arrivati al parco del Celio, non c’era traffico nelle stradine interne, l’autista rallentò a passo d’uomo e mentre cerco di capire cosa devo vedere di sera a quella velocità ridotta, il direttore armeggia velocemente con la patta dei pantaloni abbassandoli e mostrandomi i suoi attributi. Mi afferra la mano ed io, capendo ormai di non poter evitare questa condanna, glielo afferro ancora molle, sperando in una rapida soluzione.Era bello caldo, largo tanto che con la mano riuscivo a malapena a cingerlo, morbido.Cercai di masturbarlo con dolcezza sperando che reagisse in fretta ma lui mi invitò a mettermi comoda così non mi sarei stancata e mi fece accovacciare tra i sedili. Fortunatamente la macchina era spaziosa. Lui si sfila pantaloni e boxer poggia un piede sul sedile quasi fosse una posizione ginecologica e vidi che anche i testicoli erano voluminosi, superiori alla media, diciamo.Non ci volle un genio per capire che voleva altro oltre la mano e senza aspettare l’invito portai la cappella ancora coperta dalla sua pelle alle labbra sbaciucchiandola con dolcezza.Ho pensato: “ormai non posso fare altro, tanto vale fargli vedere che ci tengo a fare un buon lavoro”.Continuai a baciarlo con dolcezza anche quando lentamente gli scoprii la cappella per poi scendere senza mai prenderlo in bocca ...
... ma solo con baci lenti lungo l’asta fino alle balle comprese.Mi riempì di complimenti, alcuni molto scurrili e offensivi, ma so che un uomo quando è eccitato perde la testa per cui evitai la tentazione di morsicarlo proprio li. Lo mordicchiai tirandogli la pelle più e più volte dalla cima alle palle e finalmente ottenni il risultato di sentirlo crescere e ne fui orgogliosa.Volevo stupirlo ed anche se faticavo a tenerlo in bocca perchè molto largo, alternavo giochi di lingua e tentativi di ingoiarlo. Lui era estasiato e dalla sua bocca uscivano solo insulti, quasi fossi la più squallida delle puttane e per me era segno che stava gradendo il mio lavoretto.Mi venne l’idea di provare a mettergli un dito nel culetto, come faccio sempre con mio marito, magari piace anche a lui, pensai.Ed in effetti già solo ad appoggiarglielo ebbe un sussulto. Non lo infilai subito. Lo tenni li girandoci attorno e premendo leggermente ma senza forzare. Capivo che era al settimo cielo, avevo sentito in bocca alcune gocce che preannunciavano l’orgasmo ma non veniva, così gli misi un mio dito in bocca con dolcezza guardandolo con occhi vogliosi, lui lo succhiò e inumidì, gli rovistai la bocca aggiungendo un altro dito per fargli capire che ero io che dirigevo il gioco. Si lasciò andare, lo sentivo in mio potere e, peccato per la mia eccitazione, in quel momento potevo andare oltre.
In albergo lo avrei fatto impazzire, ma non potevo tradirmi per cui riportai un dito sul suo buchetto e cominciai a ...