L’ora tarda
Data: 11/02/2022,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: troy2, Fonte: RaccontiMilu
... l’occasione di rifarlo. Mi pomparono a lungo, ma quando sentì che si avvicinava il momento, volli essere troia fino in fondo e bere tutta la loro sborra. Il pieno fino al mattino dopo, quando al risveglio ero sicura mi avrebbero festeggiata ancora.
Mi risvegliai. La sveglia segnava le 11,10: Franck e suo fratello dormivano accanto ame, uno da una parte ed uno dall’altra. Avrei replicato volentieri le gesta della notte, ma ebbi cuore di svegliarli ed ero consapevole di dover fare delle cose. Mi tirai su e scavalcai il corpo di Louis, non senza difficoltà, ma soprattutto cercando di lanciare uno sguardo al suo meraviglioso strumento; infilai un paio di mutandine, prese dal cassetto, ed andai in bagno. Pisciavo e mi guardavo nel grande specchio di fronte, lo stesso in cui avevo ammirato il corpo di Franck: avevo l’aria sfatta, ma soddisfatta. Non ero certo da buttare, pensai. Mi pulì e mi alzai, senza tirar su le mutande: lo specchio mi tornò l’immagine del mio corpo appesantita di qualche kilo, con l’enorme seno abbandonato, ma tutto sommato ancora attraente. Sciacquai il viso ed andai in cucina; mentre preparavo il caffè, sentii due braccia avvolgermi e le mani aggrapparsi al mio seno. Portai la mano dietro ed afferrai il cazzo, valutandone le dimensioni: non avevo più dubbi. ‘Vuoi un altro bacio, Louis?’ ‘Il buongiorno, maman Agata!’ Mi sorprese quel suo chiamarmi mamma, mi divertì e mi eccitò. Sospesi la preparazione del caffè e mi dedicai a lui, ...
... offrendogli le mie labbra. Mentre la sua lingua duellava con la mia, il suo cazzo si impennò. ‘Amore, basta così! Abbiamo delle cose da fare ed è già difficile per me rinunciare.’ Brontolò qualcosa in francese, poi disse: ‘Stasera, però, non hai da fare?’ ‘Se anche avessi qualcosa mi libererei.’ Finii di preparare il caffè giusto in tempo perché anche Franck si unisse a noi. ‘Agata, tu sei splendida, ma” ‘Qualcosa non va, Franck?’ ‘Non mi piacciono le mutande. Hai un culo stupendo, dovresti mostrarlo di più.’ ‘Dovrò comprare qualcosa: non ho niente di più seducente. Un impegno in più!’ ‘Perché? Che hai da fare?’ ‘Per me poco. Ma devo cercare di risolvere la vostra posizione. Non vorrete rimanere clandestini a vita?’ ‘Non siamo clandestini. Abbiamo il permesso di soggiorno, ma scade tra due mesi.’ ‘Quindi dobbiamo trovare una soluzione. Ma dopo il caffè.’ Eppure sentivo di non poter aspettare fino a sera. Dopo il caffè, sorprendendoli, sfilai le mutandine e, appoggiando i gomiti sul tavolo, protesi il culo all’indietro. ‘Dai! Uno alla volta, svuotatevi dentro di me. Altrimenti oggi non combiniamo nulla: io ho troppa voglia e mi pare anche voi.’ Non si fecero ripetere l’invito. Mentre mi chiavava, Louis mi chiese: ‘Lo hai mai preso nel culo, maman!’ Non finiva di sorprendermi: era più intraprendente e più diretto del fratello. E quel suo chiamarmi mamma, rendeva tutto quel che diceva pulito. ‘Non tante volte, ma l’ho preso. Ma da voi è impensabile: m ...