1. Una matrigna eccezionale


    Data: 05/02/2022, Categorie: Incesti Autore: troy2a, Fonte: EroticiRacconti

    ... composti del bacino accompagnava il ditalino che Antonio le faceva. I nostri sguardi si incrociarono ed il suo chiedeva cazzi.la prendemmo per mano e l'accompagnammo sul suo letto e non perdemmo tempo a spogliarla: perizoma di lato e dentro tutti e due. Tutti e due nella sua fica, calda, bollente e che colava come una fontana rotta.
    
    “Mi piace! Mi piace!” continuava a ripetere, mentre il suo corpo vibrava sotto i nostri colpi, ci concedemmo una breve pausa: lei, stesa tra di noi, si alternava sui nostri corpi, coprendoli di baci, di piccoli morsi, di piroette della lingua sui capezzoli. Poi si lasciò scivolare e si impossessò, nuovamente, dei nostri cazzi, accarezzandoli, prima di avvilupparli tra le labbra e cominciare un doppio pompino.
    
    “Piano!” quella di Antonio sembrò un'implorazione “Voglio farti il culo, prima di venire!”
    
    Lei lo lasciò subito:
    
    “Ne ho voglia anch'io! “ si limitò a dire, concentrandosi su di me, che sembravo avere una maggiore autonomia.. Bastarono pochi minuti: rinfrancato, Antonio la prese per i fianchi, mentre lei non lasciava andare il mio cazzo dalla ...
    ... bocca, le fece sollevare il culo e, senza tanti convenevoli, la inculò, strappandole un gridolino di sincero dolore. Il pompino che mi faceva divenne meno intenso, interrotto dai colpi poderosi che Antonio le affibbiava e poi lui venne. Con un urlo disumano, estrasse il cazzo dal culo di Olga e si portò sopra la sua testa, per inondarle di sborra i capelli. In un attimo presi il suo posto e lei ricominciò a godere. Ora mi incitava, mentre mio fratello, steso accanto, si menava dolcemente il cazzo, ancora semiduro. Volli venirle sulla testa anche io, imbrattandola di sborra anche sugli orecchi. Stanchi, ma non ancora soddisfatti, ci lasciammo cullare dal silenzio e dalle carezze di lei per un tempo indefinito, fino a che i nostri membri non ripresero vigore, per la sua, ma anche la nostra gioia. La chiavammo ancora per un'ora o forse più, poi ci addormentammo spossati.
    
    Il giorno dopo, nessuno fece cenno a quello che era successo, ma non come fosse un tabù, ma come se fosse la normalità più scontata. Talmente scontata, che lei ci salutò con un bacio, quando uscimmo per andare al lavoro. 
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