Una matrigna eccezionale
Data: 05/02/2022,
Categorie:
Incesti
Autore: troy2a, Fonte: EroticiRacconti
Quando mia madre ci abbandonò per seguire le sue aspirazioni, mio padre si consolò abbastanza velocemente, passando da un'avventura all'altra, talvolta nell'arco di una sola notte. Io e mio fratello siamo cresciuti affidandoci, soprattutto, alla nonna. Non che nostro padre ci trascurasse, ma era molto impegnato a mandare avanti l'azienda. Eravamo adolescenti e un po' risentimmo della perdita degli equilibri familiari, ma la nonna fu formidabile nel riempire i vuoti e gestire in maniera mirabile il nostro sviluppo psico fisico. Poi, improvvisamente, mio padre ci annunciò di avere deciso di risposarsi e nel giro di poche settimane ci presentò la sua nuova compagna e si sposò.
Olga è russa, 48 anni , 5 meno di papà. Longilinea, ma con un seno prosperoso, simpatica e alla mano, parla benissimo l'italiano, quasi senza inflessione. Entrò nelle nostre vite con l'autorevolezza della padrona di casa, ma anche con la prudenza dell'ospite inaspettato. Entrammo subito in empatia.
Io e mio fratello, finita l'università, avevamo subito cominciato a collaborare in azienda, ed ora, sempre più spesso, mio padre lasciava a noi la guida, per curare i rapporti commerciali con l'estero ed in particolare per curare la nascita di 2 nuove filiali in Romania e Polonia.
Mio fratello non aveva fatto mistero con me che Olga gli piacesse e di avere intenzione di provarci, anzi mi propose di provarci insieme. Io, sul momento, cercai di dissuaderlo, ma, evidentemente, con scarsi ...
... risultati.
Una sera, eravamo seduti tutti e tre sulll stesso divano: succedeva spesso, quando mio padre non c'era, perché Olga, finito di sistemare dopo cena, veniva a sedersi tra di noi, facendosi largo. Eravamo soliti commentare le trasmissioni che seguivamo e lo facemmo anche quella sera. Erano passati pochi mesi dal matrimonio. Antonio, mio fratello, posò, quasi per caso, la mano sul ginocchio di Olga, che non batté ciglio, continuando a parlare, guardando ora uno ora l'altro. Indossava un vestitino sopra al ginocchio, non troppo attillato, almeno non come quelli che era solita portare e che sottolineavano tutte le sue curve. Confortato da quell'atteggiamento, Antonio fece scivolare la mano sempre più su, accompagnando il vestito e scoprendo le cosce di Olga, che continuava a parlare tranquilla. Ero inebetito: aspettavo una sberla che non arrivava, anzi, quando la mano di Antonio raggiunse la parte alta delle cosce e cercò si scivolare all'interno, lei divaricò leggermente le gambe per agevolarlo. Così, anch'io cominciai ad accarezzarle l'altra coscia, mentre Antonio era arrivato a scostarle di lato il perizoma e due dita si intrufolavano già nella fica di lei, che ora aveva passato le braccia dietro di noi per abbracciarci. Non c'erano più dubbi: mi abbassai sul suo seno, scoprendolo ed afferrandone il capezzolo tra le labbra e poi tra i denti. Lei, ora, non parlava più: tra un respiro ed un altro, sempre più pesanti, si lasciava sfuggire qualche gemito, mentre con movimenti lenti e ...