1. I primi passi di una golosa - 06 la stanza rossa


    Data: 05/01/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Jverne70, Fonte: Annunci69

    Due giorni di “digiuno” furono sufficienti per farmi capire che quel mondo di passioni avrebbe fatto sempre parte della mia vita.
    
    Tornai a divertirmi dagli zii.
    
    Si scopava molto. Il povero zio Carlo veniva munto a dovere ogni volta. Io e zia eravamo estasiate. Fu un periodo bellissimo.
    
    Una sera però mi dissero che aspettavano delle persone e che sarebbe stato meglio che non mi fossi fatta vedere. Non capii. Forse era qualcosa di lavoro che non sapevo? o qualcosa di politico? no, non riuscivo ad immaginare nulla di strano da parte degli zii.
    
    Comunque un pò a malincuore feci come dissero. Pensai allora di tornarmene a casa dei miei, che non consideravo neanche più casa oramai. Qui avevo la mia stanza i miei preziosi giochini, una raccolta di cazzi di gomma più o meno grandi che condividevo con zia Morena, i miei più bei ricordi. Ma zia mi disse che potevo restare.
    
    Venivano solo nel dopocena e poi se ne sarebbero andati, si trattava di una faccenda urgente mi disse. Non aggiunse altro. Mangiammo presto ed io mi ritirai in stanza. Computer, cuffiette e vai su internet alla ricerca di cose interessanti. Sono sempre stata una ragazza curiosa e razionale.
    
    Andavo bene a scuola e soprattutto in matematica e materie scientifiche. La curiosità è sempre stata la molla che mi ha spinto nella vita. Ad un certo punto, immersa nella musica, mi balenò l’idea di andare a vedere.
    
    Avevo imparato che zia era una tipa assai astuta.
    
    Riusciva a farti fare le cose senza che ...
    ... tu te ne accorgessi. Forse forse questa volta... Pensai. Mi precipitai fuori dal letto, uscii dalla stanza. Girai circospetta nella grande casa. Nulla, sembravano spariti. Guardai dalla finestra se li vedevo nel patio o nelle casette in giardino. Nulla.
    
    Scesi in cucina. Solo allora vidi una porta leggermente aperta. Solo ora mi accorgevo di quella porta. Sopra vi era una bella lavagna nera sulla quale scrivevamo le cose da comprare per la casa. Ma effettivamente mai in vita mia la vidi aperta quella porta. Non la consideravo proprio una porta. Ed ora era aperta.
    
    Inutile dire che scesi. Una scala scendeva verso il basso, una scala a chiocciola. Man mano che scendevo sentivo dei rumori. Arrivata in fondo alla scalinata un pesante tendone, spesso, grosso, faceva da barriera. Cercai il modo di passarlo, stando attenta a non farmi scoprire. Ci misi un pò, ma poi riuscii a vedere al di là. Si entrava in un altro stanzone con un apertura in fondo. Praticamente esisteva un piano sotterraneo grande come la pianta della casa di superficie, anzi forse più grande. Non capii perché non se ne fosse mai parlato. Comunque questo diventava secondario rispetto al Cosa stessero facendo qui.
    
    Per fortuna era possibile approssimarsi all’altra stanza senza essere visti giacché questa stanza era immersa nel buio. Con la mia innata curiosità a farmi da apripista arrivai a piazzarmi in un posto, nascosta dall’ombra, dal quale poter spiare. La sala illuminata era tappezzata da pesanti tendoni. ...
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