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L'abisso - premessa
Data: 07/06/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alexposy, Fonte: Annunci69
... fosse a causa sua. Io rimasi allibita… a quelle parole voltai lo sguardo per incrociare il suo che mi era accanto e pensando dentro di me “.. ma dico, sei cretino?” potete immaginare la mia espressione. Mi ritrovai però a guardare il viso di un ragazzo che stava lì.. seduto accanto a me aspettando preoccupato una risposta con un’espressione assolutamente sincera, diversa da quella che mi ero abituata a vedergli normalmente. Rimasi un attimo interdetta e spiazzata e non sapendo cosa dire sul momento gli rilanciai la palla con un “...secondo te?” Lui rimase un attimo in silenzio, fece un sospiro e abbassando lo sguardo con i gomiti appoggiati sulle ginocchia si piegò un po’ in avanti portando le mani a coprirsi naso e bocca farfugliò qualcosa tra se e se. Intuii l’appellativo con cui si era chiamato ma sull’onda di quel momento di incredulità che perdurava e la curiosità che cresceva lo incalzai: “come prego?” lui aprendo un po’ le mani ma sempre davanti al viso si volta verso di me e senza guardarmi bisbiglia.. “ho detto... che stronzo che sono” ..prosegue nelle poche frasi successive chiedendomi scusa per come si era comportato (al chè io mi guardo intorno sospettosa), la mia reazione gli provoca un sorriso.. “no, non è uno scherzo.. anche se vorrei tanto farti ridere… sai, mi manca il tuo sorriso” poi prosegue con un discorso molto confusionario in cui prova a giustificare banalmente il suo comportamento infantile.. Vengo salvata ...
... letteralmente dalla campanella, la pausa è finita. Mi alzo per tornare in classe decisamente confusa… non ho la minima idea di cosa dirgli.. onestamente mi ha colta completamente alla sprovvista, lo vedo con la coda dell’occhio che resta seduto mentre mi sto incamminando verso l’aula.. non riesco e non voglio voltarmi.. resisto fino all’ultimo con la paura e la certezza che avrei dovuto affrontare il suo sguardo una volta arrivata in aula. E invece, non rientra dalla pausa saltando così le ultime 2 ore. Lo aveva già fatto.. e non sorprese più di tanto nessuno che non fosse rientrato. Tirai un sospiro di sollievo.. non so perchè mi sentissi ancora così agitata, il cuore mi batteva all’impazzata senza un apparente logico motivo.. mi sarei dovuta sentire sollevata e tranquilla per essermi tolta quella spada di damocle, ma il mio cervello ancora non aveva realizzato appieno l’effetto che le sue parole stavano avendo su di me e sul mio corpo che veniva attraversato da impulsi sconosciuti.. tutto questo mi stava mandando in confusione. Ci fu un brevissimo momento all’uscita della scuola in cui i nostri sguardi si incrociarono, lui era nel parcheggio sul suo motorino e io mi stavo incamminando verso la fermata dell’autobus.. non so perchè, fu un istante… una decisione presa in un battito di ciglia.. gli sorrisi. Quello fu l’inizio della fine... oppure parafrasando me stessa.. avevo appena scavalcato l’orlo dell’abisso in cui sarei sprofondata da lì a breve..