1. Il numero di telefono


    Data: 07/06/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Maestrodikress, Fonte: Annunci69

    ... tornammo a casa senza parlarne.
    
    Mi sdraiai sul divano, accesi musica e sigaretta, mentre lei era in bagno.
    
    Non volevo pensarci, volevo solo respirarlo, avevo gli occhi chiusi mentre si avvicinavano i suoi tacchi sul pavimento di legno.
    
    Mi prese dalle dita e spense la sigaretta.
    
    Aiutò le mie mani a congiungersi sopra la testa, mi baciò dolcemente le labbra e legò i polsi con un foulard.
    
    Aprì la camicia scoprendomi il petto ed indugiò per qualche secondo sui miei capezzoli, prima di abbassarmi i pantaloni.
    
    Si distese accanto a me, in senso opposto, sul divano.
    
    Le chiesi cosa voleva fare, prima di sentire le scarpe cadere sul pavimento ed un suo piede premere sul mio viso.
    
    Mi girai, di scatto, per evitarlo.
    
    Lei lo rimise, la sua pianta premeva sulle mie labbra, mentre con la mano iniziò a masturbarmi.
    
    Girai di nuovo il viso, per orgoglio.
    
    Smise di toccarmi.
    
    La supplicai di continuare.
    
    Mi rispose di stare fermo e di respirare il suo odore.
    
    Riprese a toccarmi, quando io baciai ripetutamente la pianta del piede.
    
    Mi ricordò solo allora che Paolo era stata una piacevole compagnia e che le sue spiegazioni erano divertenti, ma educative.
    
    Sottolineò educative.
    
    Odiavo sentirmi dire quelle cose, almeno quanto ne ero eccitato.
    
    Dirle che non volevo parlarne fu come consegnarmi al nemico.
    
    Chiese ed ottenne che ...
    ... le leccassi tra le dita, accelerando il ritmo della mano.
    
    Si fermò quando stavo per gioire, chiedendomi se avesse potuto telefonargli.
    
    Risposi con un vaffanculo, ma lei tornò a toccarmi, riportandomi sul punto di esplodere, per poi fermarsi e chiedermelo nuovamente.
    
    Mentre stringeva i miei capezzoli tra le dita, disse che aveva percepito quel brivido e sapeva quanto mi eccitasse.
    
    Si avvicinò con il viso, mi sussurrò all'orecchio che Paolo le piaceva e che avrebbe voluto chiamarlo e vederlo, se io le avessi dato il permesso.
    
    Provai e riuscì a liberare i miei polsi.
    
    Lei si ritrovò in un attimo sotto di me, la presi con decisione.
    
    Ci baciavamo, mentre mi chiedeva ancora di vederlo.
    
    Spingevo forte, la tenevo a me, le baciavo il collo, le spalle, il seno, mordevo e succhiavo i capezzoli, le braccia.
    
    Le dissi che la amavo da impazzire e che era solo mia, mentre leccavo il suo odore.
    
    Lei godeva nel vedermi così geloso, così preso dalla passione e dal desiderio di possederla.
    
    Mi teneva la testa, si aggrappava alla mia schiena con le unghie mentre provavo a diventare un tutt'uno con lei.
    
    Le nostre lingue si cercarono a lungo prima di ritrovarci sfiniti, abbracciati, intrisi dei nostri rispettivi liquidi.
    
    Crollammo così in un sonno profondo.
    
    Ci risvegliammo solo la mattina seguente, sempre più uniti ed ancora abbracciati. 
«12»