Distendersi gradevolmente
Data: 16/12/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
‘Alfredo, dimmi una cosa, che te ne pare, può andar bene per te? In tal caso siamo d’accordo per le otto, ti ricordi il posto vero? A risentirci, ciao’.
In quel preciso istante sentii nitidamente mormorare dall’altra stanza qualcosa d’astruso e d’incomprensibile, eppure io ero sicura che lo ricordasse, perché in nove mesi non aveva mai mancato un appuntamento, mai dimenticato né trascurato nulla. Io chiusi la porta di casa e come ogni mattina mi diressi verso la fermata della metropolitana, poiché ero un po’ in ritardo, tuttavia avrei recuperato come sempre il tempo scialacquato.
Erano ormai trascorsi nove mesi da quel mattino quando io e Alfredo c’eravamo casualmente incontrati, io sempre di fretta, lui invece con la sua abituale lentezza in quell’angolo del bar di via Pastrengo. Io con il mio giornaliero latte macchiato, lui con il suo lungo e spumoso Irish Coffee, un veloce e disattento sguardo il mio, un’inattiva e lenta sbirciata nel fissarmi viceversa la sua, quasi disagevole e talvolta persino imbarazzante. Io in quella circostanza fingevo intenzionalmente di non accorgermene, malgrado ciò l’insistenza m’induceva provocandomi diffuse e persistenti vampate di calore in tutto il corpo, sennonché intanto che mi preparavo per andar fuori dalla caffetteria d’improvviso avvertii che lui m’agguantava in modo naturale per una mano esordendo:
‘Buongiorno. Senta signorina, per me sarebbe davvero un’autentica gioia fare la sua conoscenza?’ – disse lui, fissandomi in ...
... modo inatteso con il suo sguardo intenso d’una colorazione azzurra alquanto impertinente e sfrontata.
Io rimasi in quell’inattesa situazione pressoché imbambolata e stupita, dal momento che ricambiai lo sguardo e m’accomodai lentamente sulla poltroncina di fronte alla sua. La sua mano non m’aveva lasciato il polso per tutto il tempo, eppure io non avevo fatto niente perché tutto ciò non accadesse, all’opposto, mi lasciavo amabilmente e gentilmente attrarre e coinvolgere:
‘Sono in ritardo, abbi pazienza, perderò la metropolitana’ – affermai io con un marcato e frettoloso affanno.
‘Va bene, in questo caso ti lascerò andare, prendi, questo è il mio numero’ – disse lui porgendomi un talloncino da visita.
‘Grazie, va bene, appena potrò ti richiamerò’ – e ancora confusa e disorientata mi diressi lestamente verso l’uscita.
Repentinamente, di rimando e in modo accurato, io riflettei che non gli avevo comunicato né segnalato il mio di numero di telefono, così mi ripresentai e sbadatamente glielo annotai sul cartoncino che lui m’aveva da poco assegnato, gli toccai la spalla e dissi:
‘Questo invece è il mio numero, prendilo’ – e senza dargli il tempo di pronunciare alcuna parola io scappai velocemente, sgomenta e impaurita dall’idea di perdere la metropolitana.
Quel giorno pensai a lui molto spesso e mi domandai come mai ancora non m’avesse cercato né chiamato. Tutto a un tratto però, mi resi conto di non conoscere nemmeno il suo nome e iniziai a cercare il ...