1. La Caduta. Atto tredicesimo. Della Battaglia di Agripatus.


    Data: 06/12/2021, Categorie: Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... immolate. Distrutte per ragioni chiare. -Sanno di non potersele portare dietro negli stretti. Hanno appena distrutto le uniche navi che potevano impedirci di varcarle. In cuor loro son già vinti!-, esclamò un marinaio. -Avanzare.-, ordinò Ostracio.
    
    L’ammiraglia dei lealisti fu la terza nave a manovrare negli stretti dell’Istmo. -Arrivano!-, urlò Rubro. Le navi di Aristarda, rapide e leggere si muovevano agilmente mentre le imponenti galee e le navi principali di Ostracio rivelavano la loro inadeguatezza. -Ci chiudono! Manovrate adagio!-, esclamò Ostracio. -La Italica è su una secca! Non può muoversi!-, esclamò qualcuno. -Navi nemiche in vista!-, esclamò qualcun altro. -Fuoco! Distruggetele!-, ordinò Ostracio. E fuoco fu.
    
    Le armi delle navi di Ostracio fecero scempio di alcune delle navi nemiche, equipaggi e gruppi d’abbordaggio furono annichiliti nel giro di pochi respiri. Ma quelle armi finivano le munizioni e andavano ricaricate. Globi fiammeggianti s’innalzarono contro il sole del pomeriggio iniziato. S’infransero su ponti e scafi. Fuoco divampò. Bombe piccole, portate da pochi uomini. -Dannazione! È fuoco di Grecia!-, ringhiò qualcuno. Era una mistura antica. Un fuoco che non si spegneva sull’acqua. Il mare parve rilucere di fiamma. -La Italica non ce la fa, signore! Chiedono di evacuarla.-, disse Rubro. -Provvedete. E mandate altre navi verso gli altri ingressi negli stretti!-, ordinò Ostracio. -Subito!-, rispose l’attendente bionda. E fu allora che la vide. Una ...
    ... nave dalla vela rossa. Inusuale. Ostracio intuì. Doveva essere quella la nave su cui si trovava Aristarda Nera. -Fuoco su quella nave!-, ordinò.
    
    Aristarda vide la bordata. Ilthea la vide un istante prima. Si buttò sulla sovrana facendole scudo col suo corpo, cadendo con lei. Il vento rovente dell’energia eterica passò su di loro, falciò vite, vele e armi. Quando l’Imperatrix poté alzarsi, vide che Ilthea giaceva a peso morto su di lei. Non si rialzava. La girò piano. La giovane pareva dormire. L’arma l’aveva colpita, sciogliendo la corazza sulla schiena e bruciandola in profondità, un calore tale da far evaporare il sangue. Da uccidere senza quasi poter percepire la morte. Una morte in ogni caso. E Aristarda Nera decise. Non avrebbe lasciato quell’ennesima morte vana. Il ponte era pieno di fuoco. La vela mediana era stracciata e l’albero maestro bruciava. Nearco e le Victrix superstiti la raggiunsero. -Rotta verso l’ammiraglia nemica!-, ordinò. -È quasi davanti a noi. La nave prima della loro sta subendo gravi danni.-, riferì un nocchiero. Aristarda annuì. Vincere o perdere… tutto perse d’importanza. La morte di Ilthea era l’ennesima, un altro fardello che andava a gravare su di lei. Un ennesima vita troncata per un Trono che Aristarda aveva reputato suo di diritto ma che, con tutto il sangue versato, era divenuto semplicemente disgustoso. Eppure… era forse quello il volere degli dei? -La Alecta e la Fincea ci affiancano. A tutte le navi, coprire la Proximo!-, ordinò Nearco. ...
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