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Lucrezia - come la paprika
Data: 02/12/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Masturbazione Voyeur Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster
... rilievo, erano fasciate le cosce sode e le gambe lunghe e tornite, che finivano in scarpe con alti tacchi stile anni ‘20. “Ora le mutandine” le dissi. Mi fissò come ipnotizzata. “Le mutandine” ripetei. Se le sfilò lentamente, lasciando apparire il ciuffo di peli scuri del pube, e appena visibili le grandi labbra della vagina, carnose e ben rilevate. Poi rimase immobile, la testa piegata verso il pavimento e il viso quasi del tutto nascosto dalla folta chioma. Le afferrai i capelli con un gesto improvviso e la costrinsi ad inginocchiarsi davanti a me. Le allargai le cosce con un piede, guardai il ventre che mi si era aperto davanti. Mi sembrava che luccicasse. Mi alzai e la feci mettere a quattro zampe. “Toccati” le dissi. “Toccati”. Con un tono che non ammetteva repliche e sorprendeva anche me stesso. Avvicinò una mano al pube e la insinuò fra le gambe. “Infila un dito nella fica”. Strinsi e tirai verso di me i suoi capelli, per costringerla ad obbedire. Lo fece. “Dentro. A fondo.” Lo fece. “Tiralo fuori e spingilo di nuovo dentro.” Lo fece. “Ora infilane due.” Lo fece. “Tre.” Fece anche quello. Mi parve di sentire mugolii di piacere che sfuggivano dalla sua bocca serrata. “Il clitoride. Adesso il clitoride.” Cominciò a massaggiarselo, a manipolarselo come tante volte aveva fatto con la mia schiena. Prima usando il palmo della mano aperta, aprendo bene le grandi e le piccole ...
... labbra, cavando altri sospiri dalla bocca. Poi con un dito, quindi con due. Lunghe carezze che percorrevano tutto l'arco della vulva, giravano intorno al bottoncino rosa, scendevano ancora lungo l'attaccatura delle cosce, arrivavano fino al limite delle natiche, tornavano in alto a stanare il piccolo a****le che pulsava. “Voltati” le dissi. Si girò di schiena rispetto a me. A quattro zampe, le cosce aperte, ora mi si mostrava interamente nel suo intimo. Tornai a sedermi per guardarla meglio, tenendo sempre stretti i suoi capelli con una mano. Con l'altra le spinsi la testa sul pavimento, in modo che il suo ventre si rivolgesse ancora di più verso l'alto, le labbra della vulva spalancate, il clitoride bene in vista, le natiche che staccandosi l'una dall'altra rivelavano l'orifizio rosso scuro, carnoso e pulsante in mezzo, bagnato degli umori che colavano dal ventre. “Toccati, toccati ancora” le dissi. “Toccati…” Lo fece. Riprese a sfiorarsi, a massaggiarsi, a titillarsi. Il suo respiro si stava facendo affannoso, il corpo componeva onde nell'aria calda della camera, il ventre si muoveva a s**tti, a sussulti, a spasimi. La marea impetuosa stava per arrivare: me ne accorsi dai suoi gemiti che salivano di tono. I movimenti diventarono più sconnessi, insistenti, violenti. I gridolini si trasformarono in un unico rantolo prolungato. Le infilai un dito fra le natiche mentre cominciava a sussultare, urlando e fremendo ...