Al vostro servizio...
Data: 04/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: aramis2, Fonte: Annunci69
... sua domanda, mi piace giocare col mio uccello.”
“Come ti chiami?”
“Claudio.”
“Io sono, uh, Sergio” Dissi inventando un nome. Non volevo dargli quello vero nel caso finissimo per scopare e lui decidesse di chiamare la polizia.
“Perché vuoi sapere se mi piace giocare col mio cazzo?” chiese lui.
“Perché mi piacerebbe giocarci.”
“Sì?” Chiese e la sua protuberanza divenne un po’ più definita: “Come?”
“Mi piace succhiare i cazzi.” Confessai: “Mi piace succhiarli finché non sparano i loro fiotti di sperma caldo ed appiccicoso nella mia gola. Quando ti ho visto nel negozio ho cominciato a pensare che aspetto poteva avere il tuo uccello e poi che sapore poteva avere.”
“Andiamo nel vicolo dietro al negozio e potrai vederlo, se vuoi.” Si offrì il giovane sexy.
Andammo nel vicolo alberato, ci assicurammo che non ci fosse nessuno in giro, poi lui aprì la cerniera dei pantaloni ed estraesse il cazzo semi duro.
Era un bel pene. Era difficile giudicarne la lunghezza poiché non era completamente duro. Ma sembrava gustoso.
“Non vuoi succhiarlo?” Chiese ad alta voce.
“Naturalmente mi piacerebbe ma devo ritornare in ufficio” Dissi indicando il palazzo dove lavoravo che stava appena oltre il vicolo in cui eravamo: “Se ritorni alla stazione oggi a mezzogiorno potremo usare il loro bagno in un modo diverso da quello che credono, se capisci quello che voglio dire. Faccio un intervallo di più di un’ora a mezzogiorno.”
“Grande” Disse Claudio, il suo cazzo molle ...
... pendeva ancora fuori della patta.
“Comunque ormai è tardi per la scuola, vado a fare un giro e ritornerò qui a mezzogiorno.”
Io mi inginocchiai e diedi un bacio alla cappella esposta: “Solo non farti una sega prima, voglio tutto il tuo sperma.”
“Ok” Disse mentre mi inginocchiavo di nuovo e succhiavo il suo uccello brevemente. Sentii il pene quasi flaccido riempirsi rapidamente di sangue, lo lasciai scivolare fuori della mia bocca e poi gli chiusi i pantaloni.
Mi alzai, mi spolverai i miei e gli diedi un bacio sulla guancia prima di riprendere la mia borsa ed allontanarmi.
Lo guardai da sopra la mia spalla e dissi: “A mezzogiorno” Prima di essere fuori della portata della voce.
Non so come riuscissi a pranzare. Tutto quello a cui potevo pensare era quel dolce cazzo e come era stato bello sentirlo in bocca. Stavo impazzendo, guardavo continuamente l’orologio sul muro, sperando sempre che dicesse che erano le 12 per poter andare via.
Era passato qualche anni da quando ero un diciottenne, non è perché fossi vecchio, avevo 25 anni, non ero brutto, alto un metro e ottantadue, ben fatto, capelli biondi ed occhi verdi. Ho anche un bel cazzo lungo, quindi non potevo non soddisfare.
Dopo quello che sembrò un anno, l’orologio finalmente mi disse che potevo fare il mio intervallo. Non presi il mio lunchbox perché sapevo che non ne avrei avuto bisogno, stavo per avere un bel hot dog grosso e succoso (con molta maionese, speravo!) per pranzo. Praticamente corsi fuori ...