L’educazione di marco 4: svezzare la troia
Data: 18/11/2021,
Categorie:
Trans
Autore: paolo2011, Fonte: Annunci69
... senza ritegno e senza pietà. Fu allora che io e Jerome infilzammo la troia, fino in fondo alla gola e al buco del culo, in contemporanea duramente.
La scopammo così per circa 10 minuti, il cazzo in culo stava spanando lo sfintere che si allargava sempre di più mentre il mio membro scendeva fino in gola, potevo toccarlo da fuori accarezzando il collo delicato della scrofa; poi, improvvisamente , come sapevamo fare io e il mio complice nero uscimmo improvvisamente dalla zoccoletta tirammo fuori i cazzi dal corpo esile della biondina e la lasciammo vuota e senza respiro. Il buco del culo era una voragine senza senso e l’espressione del suo volto era disperata, la lingua fuori e il rimmel colato sulle guance, i capelli scomposti e gli occhi vitrei. Avevamo fatto un buon lavoro, le piaceva essere abusata e si vedeva.
“Vi prego…ancora” sussurro Samantha. “Ancora cosa?” disse Jerome sorridendo. “Ancora cazzo, voglio essere sfondata, voglio essere aperta, farò quello che volete, tutto ciò che volte. Vi prego!”
Indossai un guanto di lattice nero e mi spostai dietro la cagna, lubrificai finalmente l’orifizio e inserii subito tre dita, poi 4 e il pollice…infine spinsi tutta la mano nel retto. L’allenamento di queste settimane era servito, il buco era elastico e si adattò al mio polso quasi subito, dal cazzetto di Samantha, attraverso la gabbietta che lo costringeva, iniziarono a uscire delle gocce di sperma, poi un filo di densa sborra ...
... e infine la troia godette di un orgasmo anale come mai le era capitato; si agitava e tremava, si contorceva con la mia mano nel culo finché non fermò, come svenuta sul divano.
Quando guardavo Samantha era sempre un misto di tenerezza e di pena, avevo costruito una macchina di lussuria e di sesso, una mente vuota che bramava solo essere scopata e devastata. Aveva trovato uno scopo nella vita, il suo posto nella società.
Fu allora che trascinai il corpo di Samantha nella vasca da bagno, instabile sui tacchi e con il culo oscenamente aperto lo adagiai sul fondo e insieme a Jerome cominciammo a masturbarci su di lei. Apriva la bocca e sporgeva la lingua assetata di sborra, con una mano si penetrava il buco del culo ritmicamente come a mimare una scopata che non c’era. Sborrammo quasi insieme e grosse gocce di sperma punteggiarono il volto della troia affamata, filamenti di sborra, macchie sul petto e tra i capelli.
Mancava solo l’umiliazione finale e fu lei a chiedercela. “Vi prego pisciatemi, sono una lurida troia, voglio bere il vostro piscio”. Prima il negro e poi io la innaffiammo di urina cercando di centrare la bocca aperta, lavandole il volto e i capelli.
“Sei felice Marco?” le dissi afferrandolo per i capelli zuppi e tirandole indietro la testa; “Non sono più Marco, sono la tua troia, fai di me quello che vuoi” rispose sorridendo.
Avevo fatto un buon lavoro, ora era il momento di contattare Giovanna, la mia padrona.