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Ho preso la testa tra le mani
Data: 21/10/2021, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... in tutte le pose e facendomelo sentire fin dentro lo stomaco, da dietro, a pecorina, o passando per tutte le posizioni che vengono in mente. Mi chiede il culo; non mi tiro indietro; prendo il gel che mio marito tiene in bagno per le inculate e mi faccio sventrare, con grande partecipazione e gioia; vengo anche dal culo e le sborrate si susseguono senza sosta; ci sono giorni in cui sono costretta a cambiare le lenzuola, quando lui se ne va, per non lasciare tracce troppo evidenti di cui mio marito potrebbe accorgersi; uso grande prudenza, in fondo. Fa freddo e devo mettere su una copertina perché, quando sostiamo nudi, il fresco della sera ci prende; ormai sono troia fino al midollo e mi comporto come qualunque adultera con l’amante giovane e voglioso; un minimo di rimorso mi prende, perché vedo il grande amore e lo spirito di sacrificio di mio marito; rifletto che forse sarebbe più dignitoso lasciarlo e andarmene; ma dove? Non posso farcela da sola e, quasi a giustificarmi, mi dico che in fondo lo amo ancora, che sto solo giocando col sesso. La serata è particolarmente gelida, ci rifugiamo in casa e ci fiondiamo sul letto; gli sfilo i pantaloni quando è già sotto le coperte e li getto a terra, mi spoglio freneticamente e ci lanciamo nella scopata più ricca e bella di quelle che abbiamo fatto negli ultimi quindici giorni; è l’ultimo del turno di notte, per mio marito; da domani, lavora di mattina e non sarà facile scopare con il mio giovane amante; ci mettiamo ...
... tutta l’anima e ci rotoliamo per tutto il letto fino a che albeggia. E’ tardi, maledizione, lui tornerà tra poco ed io devo correre al lavoro, se non voglio rimproveri ingiustificabili; ci rivestiamo in fretta, quasi senza lavarci, e lui scappa fuori come un clandestino, per non essere visto; tiro su alla meno peggio lenzuola e coperta; il calore che abbiamo lasciato nel letto farà solo piacere a chi viene per riposare da una notte di lavoro, e il fatto che sia diffuso per tutta la superficie può apparire conseguenza della mia agitazione. Scappo via anche io alla chetichella, vergognandomi di incontrare gente, e arrivo in tempo per prendere servizio; all'una smonto e torno a casa; in camera, lui sta ancora dolcemente e pacatamente ronfando; mi sento serena e cancello anche l’ultimo barlume di rimorso che ancora mi agitava un angolo della testa, e forse del cuore; ho preso un pollo in rosticceria, già arrostito allo spiedo, e lo sistemo nei due piatti di coperto per noi. Sento che va in bagno, che torna in camera, per vestirsi; va nello studiolo e manovra per cercare qualcosa, forse documenti che gli servono; entra in cucina, prende il bricco del caffè freddo, ne versa nella tazza e lo beve a piccoli sorsi; non mi guarda neppure; comincio ad avere paura, non so di che; appoggia sul tavolo un portafogli che non conosco e le chiavi della casa; indossa l’impermeabile che ha poggiato sull’attaccapanni, prende un ombrello, esce e sbatte la porta dietro di sé. Apro il ...