Il fascino discreto del peccato
Data: 18/10/2021,
Categorie:
Etero
Autore: oltreconfine, Fonte: Annunci69
... aggiunsi: “non sei cambiata affatto; semmai sono i miei occhi ad essere cambiati per come ti vedo adesso. Eri di una dolcezza infinita allora e tale è rimasta oggi”. A stento trattenni quell'ulteriore commento sulla sua immutata bellezza, degna di quell'angelo azzurro, quale era, al quale nemmeno il nome faceva difetto e tanto meno gli anni trascorsi.
In effetti Suor Angelica riusciva ancora ad emanare tutto il suo fascino femminile, nonostante fosse mortificato da quell'abbigliamento grigio scuro di sempre; quelle orribili calzature tipo mocassino, castigate con un centimetro scarso di tacco e quelle odiose calze super coprenti dal colore indefinito, per non dire mortaccino. Ma dove, anche l'abito monacale, non riusciva proprio a privarla di tutta la sua bellezza era nell'indossare il soggolo; una sorta di benda bianca che le cingeva il collo e che poi, avvolgendo il viso, si ricongiunge sulla sommità del capo da dove si dipartiva l'immancabile velo sin sopra le spalle. Credo proprio che quella benda, contrariamente al suo scopo, completasse il capolavoro della sua straordinaria bellezza ove, ai lineamenti gentili del viso, facevano da contrasto l'enormità espressiva dei suoi occhioni verdi e la generosità della sua bocca che pudicamente copriva con una mano quando, raramente, le scappava un sorriso da ella evidentemente ritenuto eccessivo.
Mentre facevo questi pensieri, notai le sue mani. Spuntavano dalle maniche abbondanti del saio, facendole apparire ancora più ...
... minute e, ovviamente, prive di ogni abbellimento tipicamente femminile, quali ad esempio unghie lunghe, curate e smaltate. Eppure mi parvero di infinita sensualità; piccole ma armoniose, ricoperte da un sottile strato di pelle chiarissimo, quasi trasparente, che lasciava appena intravedere il gioco di ricami disegnati dalle vene sottostanti. Non so proprio da cosa fui assalito a quella vista; mi avvicinai ulteriormente a Lei e presole entrambe le mani le baciai in quello che pensavo fosse, o che speravo essere, solo un atto di antica devozione. Non tardai ad accorgermi però che in quel gesto c'era molto, molto di più. Anche lei penso si accorse di quale turbamento fosse nutrito quel mio gesto, accompagnato dagli occhi che per un istante sollevai verso il suo viso. In quel preciso istante, vedendola socchiudere gli occhi, ebbi la netta sensazione che ci fosse in lei un nanosecondo di abbandono, subito dopo ricomposto nel suo ritrarre, ma con gentilezza, le mani.
Qualcosa d' incredibilmente misterioso e d'inspiegabile magia, aveva attraversato i nostri corpi in quel fugace attimo di contatto tra noi. Ne ero assolutamente certo. A conferma della mia sensazione, sopraggiunse da parte sua l'espressione del viso che per la prima volta aveva cancellato, contrariamente a quello di sempre e che ricordavo nitidamente, le incrollabili certezze della serenità tradita adesso dai suoi occhi abbassati. Fece seguito tra noi, un silenzio tombale, quasi a riprova che quanto accaduto pochi ...