Il fascino discreto del peccato
Data: 18/10/2021,
Categorie:
Etero
Autore: oltreconfine, Fonte: Annunci69
Ancor sicuro e fiero,
il dolce volto di una suora
che non ha conosciuto pentimento,
mi riporta ai giorni dell'infanzia.
I giorni felici e spensierati del catechismo,
preparazione all'incontro con la spiritualità.
Gli anni che passano sembrano non lasciare traccia della quotidianità degli eventi che hanno segnato la vita. La Famiglia, la Scuola, gli Amici etc. paiono caduti nell'oblio per come lontani li ricordiamo; o forse è perché restii al ricordo, indaffarati come siamo nel presente, che sembriamo alieni a ieri e rivolti solo a domani? Sta di fatto però che basta un profumo, una canzone e, quando più fortunati, un volto riconoscibile tra i mille anonimi di sempre, che allora si apre o, per meglio dire, si riapre un mondo.
A me quel mondo si è riaperto un po' di anni fa quando, ormai adulto, per una di quelle casualità che talvolta il destino si diverte ad architettare, ebbi la fortuna d'incrociare nuovamente lo sguardo di Suor Angelica.
Ero andato a disbrigare alcune pratiche di carattere religioso presso la mia vecchia Parrocchia di residenza, necessarie per la celebrazione, con rito religioso appunto, del mio ormai prossimo matrimonio. Avrei potuto anche aspettarmelo di poter rivedere Suor Angelica, ma come dicevo poc'anzi, era quasi del tutto cancellato il mio passato infantile all'oratorio e quelle lunghe giornate di ritiro spirituale in preparazione della 1^Comunione.
La stessa dolcezza dello sguardo, del sorriso e della sua voce, fecero ...
... riavvolgere in un istante i fotogrammi di almeno venticinque anni indietro, dall'ultima volta durante la quale Suor Angelica mi offrì l'ostia nel simulare a mo' di prova, insieme con i miei coetanei di catechismo, la cerimonia ufficiale.
Di suor Angelica ero, allora, letteralmente innamorato, come ogni bambino può esserlo della propria mamma. E in quell'improvviso frangente, trovandomela inaspettatamente davanti, fu come se il tempo si fosse fermato. Pronunciai una, due, tre volte il suo nome con incredula letizia: “suor Angelica, suor Angelica, suor Angelica... non credo ai miei occhi”. Un lieve sorriso si fece strada sulle sue labbra, quelle stesse labbra con le quali baciava me e ogni suo discente al termine di ogni lezione del catechismo. “Tu hai riconosciuto me, ma io faccio fatica a riconoscerti” mi disse; “certamente” replicai, aggiungendo “è vero, sono favorito, però ti avrei riconosciuto anche se tu avessi indossato abiti non talari. Da bambino, ai tempi del catechismo, eri per me come una seconda mamma e se posso permettermi, visto che mi sono già permesso di usare anch'io la 2^personale singolare, a catechismo ci venivo volentieri solo per vederti, ascoltare la tua voce ricolma di amore e attendere con ansia quel tuo bacio a fine lezione. Suor Angelica, questo per me è un giorno da segnare sul calendario per la felicità che provo nell'averti ritrovato.”
Avevo assunto, senza nemmeno accorgermene, lo stesso tono confidenziale che avevo con lei da bambino e ...