L'ultimo bicchiere
Data: 04/10/2021,
Categorie:
Sentimentali
Autore: SARAH BOLDRIN, Fonte: EroticiRacconti
... credo.
Mi sento impacciata come la prima volta che sono uscita con un ragazzino. Se la partenza è stata zoppicante, il proseguimento mi vede arrancare.
Il tavolo tra noi? Una benedizione.
Il vino? Pessimo compagno.
Non dichiariamo la nostra età, potresti avere tra i trenta e quarant’anni, solo i tuoi aneddoti mi fanno intuire che le mie paure sono fondate.
La distanza non è così colossale, eppure mi pare una vita. Per la prima volta mi percepisco una donna vecchia. Di solito sono “la bambina” della situazione, come ci si muove nella situazione opposta?
Non conosco le regole. E tu che cosa ci fai lì con me? Anche tu abbagliato dai fumi dell’alcool di quel primo incontro?
Ti stai pentendo ogni minuto che passa?
Eppure sembri star bene.
Ci piacciono le stesse cose, ordiniamo le stesse cose. Il caso ha la precisione di un tagliatore di diamanti grezzi. Preferisci ascoltare, piuttosto che parlare di te.
Sono sorpresa dalla tua capacità di ricordare tutto ciò che ti avevo raccontato. C’era gente, eri stanco. Ricordi.
Mi hai ascoltato. È una tortura mantenere le distanze. Sei un aguzzino sapiente. Arriva il conto e penso che finalmente potrò respirare regolarmente. Erro. Suggerisci un drink.
La testa dice no, il corpo è già in seduto in macchina al tuo fianco.
La cintura di sicurezza mi protegge, da te. Scegliamo un posto, a caso.
Attorno a noi donne sulle scarpe basse e uomini sui tacchi a spillo.
Un segno? Il mondo si può capovolgere ...
... e noi con esso? Mi sento sollevata, forse tutto questo non è così sbagliato e segue una sintassi a me sconosciuta.
Svelo l’arcano, ora sai quanto tempo ci divide. Immagino la delusione mentre ti avvicini con due bicchieri bassi.
Anche questa volta hai ascoltato.
Vodka. Alla Fragola, come piace a me.
Sei un uomo ben educato o il nuovo Casanova.
Sono determinata a resistere, potrei essere tua sorella. Le lancette corrono e io fermerei il tempo, ma quello, avaro, non concede proroghe è ora di tornare a casa. Di nuovo troppo vicini, ancora separati dalle protezioni dell’auto.
Ci siamo, sono stata brava e a debita distanza. Pochi secondi e passerà la paura.
Inizio a iperventilare nell’attesa dei saluti.
So che a breve i nostri volti saranno troppo vicini, i sensi si accenderanno, inaleremo i nostri timori e le nostre voglie.
So che posso barcollare, ma non mollare.
Ci siamo. Le distanze si annullano. Sei uomo.
Tra la prima e la seconda guancia fai in modo che le labbra si sfiorino, dichiarando apertamente ma elegantemente le tue intenzioni.
Non neghiamolo, speravo lo facessi.
Anche il tuo gusto è perfetto.
Dolce e profondo. Amabile ma intenso.
Le lingue s’intrecciano, le mani si perdono nei tuoi capelli, le dita disegnano i tuoi profili. Perché mi baci? Meglio non chiederlo.
Meglio vivere. Baciami ancora.
Fatti respirare.
Le cinture ci trattengono.
La voglia di liberarsi è palpabile, ma non ti spingi più in là, come un vero ...