Beyond the Withe: Baratri
Data: 03/10/2021,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Lesbo
Incesti
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... veemenza a stento trattenuta. La sorella lo fissò. -Cosa sai che io non so?-, chiese Lucia, indispettita da quel cambio d’umore. -Christine non è una bestia rara. È una sopravvissuta, una predatrice del vertice, una cazzo di psicopatica assassina. Ho avuto accesso a qualche informazione riservata su quanto accaduto in quella città. Se quel che mi hanno riferito è vero, non possiamo correre rischi.-, rispose il gangstar. Si mise il soprabito bianco. -I tuoi elettori ti aspettano.-, disse la sorella con un sorriso, -Dove l’hai situata?-, chiese. -In un luogo sicuro. In un vecchio monastero in rovina.-, disse Boniface, -Ti ho già inviato le istruzioni.-. L’uomo si voltò piano, raccapricciante lentezza.
-Deve cedere il prima possibile.-, ordinò. -Cederà.-, promise Lucia.
I baratri sono infiniti, profondità imperscrutabili, abissi di oscurità. Christine li conosce. È da quando quel porco di vescovo l’ha violentata che li conosce. All’inizio c’è la paura, il terrore, poi la rabbia, e oltre ancora, solo la nuda consapevolezza. Non c’è più difesa. Non importa quanto si sia forti: l’oscurità ti avvolge, ti penetra. E il male, quello degli uomini, ti si rivela con agghiacciante chiarezza. Alla fine, diventi la somma di ciò che ti viene fatto. E rimane un solo imperativo: emergere e sopraffare. Christine aveva scelto di non essere più vittima. Per questo, a ogni nuovo orrore, aveva opposto una volontà via via più forte, implacabile. Lentamente ma inesorabilmente aveva costruito ...
... una fortezza, seppellito le sue emozioni dietro l’odio gelido di chi ha già visitato l’inferno e ne è uscito. Stupri, botte, persino il cazzo di annegamento simulato. Tutta roba che aveva già visto. Il segreto era sempre quello: uscire da sé stessi, diventare spettatori esterni delle sofferenze. Smettere di vedere sé stessi come il corpo e iniziare piuttosto a lasciarsi assorbire dall’ambiente, dissociarsi sino a non provare più niente. A quel punto, i più gettavano la spugna: gli stupratori continuano finché non godono o non ti spezzano. I torturatori (quelli bravi) capiscono che se muori non puoi più rispondere e i bastardi che ti pestano normalmente si fermano, intimoriti dal fatto che non reagisci. Il più delle volte, quell’abilità costituiva il modo in cui Christine ribaltava la situazione. Qualcuno commetteva un errore e lei ne approfittava, oppure arrivavano a salvarla. La cella odora di vecchio, muffa. L’aria è fresca e da refrigerio. Christine sa di essere nuda. Tenuta in sospensione dalle corde che la legano braccia e gambe al soffitto e alle pareti, è esposta agli sguardi occasionali dei carcerieri, e alle loro battute. Non le importa: lei non è lì. Lei è la fuga sconnessa tra due piastrelle, è la macchia di muffa nell’angolo, è il lampeggiare timido e intermittente della lampadina. Lei è altrove. È l’altrove. Così, quando finalmente la porta della cella si apre ed entrano due guardie e una nera dagli occhi bicolori, lei non reagisce. -Christine Buenariva.-, dice la ...