1. Il novizio 6


    Data: 27/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    Rientrammo dai campi accompagnati da un tramonto mai così rosso. E altre albe e tramonti si susseguirono a scandire giornate di preghiere, tentazioni e duro lavoro.
    
    Come d’abitudine salutai Bruno per entrare nella mia cella e prepararmi per la funzione e la cena.
    
    Fratel Ettore mi stava aspettando sulla soglia della sua. A nulla valse il tentativo di schivare lui e il suo sguardo. Varcai la mia porta dirigendomi verso il bacile accanto al letto. Continuando a voltargli le spalle, mi detersi il viso con lo straccio umido, forse per lavare via la vergogna e per il perpetrarsi del mio costante cedimento alla lussuria.
    
    Ero certo che mi stesse fissando. E che mi stesse leggendo dentro come un libro aperto.
    
    Tornammo da dove eravamo partiti… Non ci volle molto…
    
    In un attimo mi fu addosso. D’istinto reclinai il capo per ricevere la sua lingua che già leccava l’incavo del collo:
    
    “Sai di sale – sbuffò – devi aver sudato molto sotto il sole…” intanto le sue mani forti, posizionate sui miei fianchi, fecero scivolar a terra i pantaloncini per poi scaraventarmi sul letto. Iniziò a strusciarsi tra le mie chiappe nude soffocando sul mio collo i latrati che gli salivano in gola: sentii la sua verga indurirsi in un attimo delineando la sua forma contro la stoffa dei suoi abiti.
    
    Quando fu sul punto di venire, si spogliò per svuotarsi completamente dentro di me soffocando le mie urla sul cuscino. Il respiro affannato si placò dolcemente mentre il peso del suo corpo mi ...
    ... opprimeva. Non si sfilò. Al contrario. E così la sborra con cui mi aveva riempito si mischiò al getto di piscio caldo che schizzò prorompente e improvviso.
    
    Mi lasciò finalmente andare. Le gocce dei suoi umori mi colavano lungo le gambe mentre lo fissavo allibito ed eccitato al contempo: non immaginavo che la nostra depravazione potesse spingersi oltre i limiti cui già eravamo giunti.
    
    “Non puoi presentarti in queste condizioni…” la voce ancora affannata, lo sguardo allucinato quanto il mio.
    
    Le nostre effusioni proseguirono quindi sotto la doccia del bagno comune.
    
    Mi strinse in un abbraccio così energico da togliermi il fiato. Reagii carezzandogli il pelo bagnato. Mi baciò a lungo e intensamente. Lo ripagai con altrettanto ardore e con la stessa avidità di un bambino attaccato al seno materno, mi dedicai a succhiare i suoi enormi capezzoli mentre le mie mani massaggiavano il suo culo marmoreo.
    
    Tornò duro.
    
    Mi abbassai per iniziare a lavorarlo di bocca.
    
    “As… Aspetta… - ansimò – Non ora…” la campana chiedeva che ci radunassimo per il Vespro.
    
    Dopo le preghiere del tramonto, consumammo la frugale cena preparata da Sandro cui diedi una mano a riordinare.
    
    Avvertivo una certa tensione cui non riuscivo a dare una spiegazione, e il fatto di rimanere soli non mi rasserenava. Il suo aspetto corpulento mi incuteva rispetto misto ad un certo timore. Mi sfiorò: il contatto tra la sua pelle ruvida e la mia così liscia mi provocò un tremito, replicato dall’involontario ...
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