1. Sei amiche in videochat – capitolo 4 di 9


    Data: 14/09/2021, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... iniziale, la matita dalla mina blu ruotò diverse volte tra le sue dita come la moneta di un prestigiatore e tornò nell’astuccio. Quando Chiara vi tolse la mano, stringeva tra i polpastrelli una matita portamine B2: anche questa iniziò a scorrere sulla carta, ripassando le linee lasciate un attimo prima. Fu come se ciò portasse allo stato materiale delle idee che fino a quel momento erano state solo fantasmi. La matita accarezzava il corpo della ragazza, il suo seno, il suo addome e i suoi fianchi. Si staccò un attimo per tornare sulle poppe e donarvi i capezzoli e le aureole, delle stesse dimensioni di quelle che Chiara celava sotto la maglietta che indossava. Le gambe vennero lunghe e affusolate, quelle di una diciottenne che correva spesso. Il collo sembrava allungarsi verso il cielo e la testa era leggermente inclinata all’indietro; gli occhi erano socchiusi e la bocca aperta ma non spalancata, come a lasciar sfuggire un gemito di piacere dalle labbra. Sull’inguine, il sesso era dilatato dal pene introdotto al suo interno e, unica licenza artistica che la ragazza si concesse, aggiunse un triangolino di pelo all’altezza del monte di Venere in quanto era completamente glabra grazie alla ceretta. Per suo fratello si prese qualche libertà nel tratteggiare i muscoli, forse un po’ troppo grossi rispetto alla realtà, e così il suo uccello, davvero enorme, per quanto non lo avesse mai visto. Non ebbe problemi a disegnare il volto di Marco senza errori: non era la prima volta che ...
    ... lo faceva, e lo contemplava così spesso che avrebbe potuto fargli un ritratto anche ad occhi chiusi. Nel disegno, suo fratello non stava godendo fisicamente come lei, ma sul suo viso impresse la soddisfazione di donarle un orgasmo. Chiara appoggiò la matita sulla scrivania, il lieve rintocco della plastica sul legno che inconsciamente riconosceva ormai come una sorte di colpo di campanello che attestava il termine del lavoro a mano. Contemplò l’immagine ancora a livello embrionale, e nonostante fosse solo una serie di righe grigie su altre blu, già vi poteva scorgere tonalità, sfumature, chiaroscuri e riflessi una volta colorata al computer. Non sarebbe stato il suo capolavoro, ma già sentiva dentro di sé che sarebbe stato il disegno che avrebbe più amato nella sua vita. E più guardava quelle evoluzioni di grafite sulla carta, più sentiva una pesante eccitazione crescere dentro di sé, il desiderio di quella mattina passare da piacevole prurito nell’inguine a soffocante oppressione nel petto. Chiara si strinse le labbra, intenzionata nel trattenersi, serrandosi le gambe come se questo potesse scoraggiarla, ma il bisogno di soddisfare il desiderio divenne fisico come poteva esserlo la fame, la sete o il sonno. L’aria divenne pesante nel sentore fruttato del suo sesso che si stava bagnando. Sconfitta dal proprio corpo, la ragazza non poté fare altro che far scivolare una mano nelle proprie mutandine e muovere le dita sui petali del suo bocciolo di rosa, trafitta da scariche di ...
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