1. Prigionia, Capitolo 4


    Data: 10/09/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Dark, Fonte: RaccontiMilu

    Evrilith era con le gambe aperte, in balia delle forti emozioni che stava provando. Era tesa, impaurita ma soprattutto dannatamente eccitata. Stava letteralmente colando, desiderava venir usata, penetrata, perpetrata in qualsiasi atto impudico che i suoi carnefici desiderassero.
    
    Era un fuoco, un fuoco di piacere che voleva esplodere.
    
    “Pensa se ora ti lasciassi legata ad osservare il mio cazzo tutto il giorno, finché la pozione non smette il suo effetto!”
    
    Evrilith ebbe un momento di disperazione, stava per urlare un “No ti prego!”. Ma si fermò appena si rese conto che sarebbe stato ancora peggio. Ricordò che aveva detto qualcosa sul non cedere. Ma non ricordava cosa voleva, ora voleva altro.
    
    “Krozan vorresti lasciare questa figa tutta sola?” E con tutto l’ardore che quel liquido le dette si mise a quattro zampe mettendo in mostra il culo e, leggermente le labbra gonfie della sua figa.
    
    Krozan dovette ricordarsi l’addestramento e ciò che il Padrone gli aveva ordinato per non fiondarsi subito a scopare qualsiasi cosa di quell’elfa. Da quel seno pieno e abbondante, al sedere sodo, per non parlare di quella figa che stava letteralmente colando. Il mezz’orco si girò verso il golem e gli ordinò:” Dalle da bere o rischiamo che stia male dopo.”
    
    Il golem si tolse dalla schiena, senza alcuna fatica, un barile di acqua. Era talmente enorme che quel barile sembrava una borraccia poco più grande di quanto sarebbe dovuta essere. Perfino Evrilith si rese conto di non aver ...
    ... notato il particolare sul Golem.
    
    In maniera meccanica il Golem porse ad Evrilith un otre d’acqua che aveva riempito dal barile.
    
    “NO!”
    
    “Il Padrone vuole che lei resti o in ginocchio o a quattro zampe, lasciala cosi’, e imboccala.”
    
    Il golem non aveva alcuna volontà, prima si bloccò istantaneamente, infine fece bere Evrilith come se fosse una bambina o un animale ferito. Ed Evrilith non si oppose, anzi, sentì una fitta di piacere nel compiacere entrambi, Krozan ma soprattutto il Padrone.
    
    “Ora iniziamo la punizione. Sculacciala fino a che non le fai delle abrasioni sul culo. Poi dopo è mia”.
    
    Evrilith ebbe un tremito.
    
    Il golem la prese di peso per i capelli, Lei non lo sapeva, ma lui era stato creato per vari scopi, tra cui anche il punire senza sosta gli schiavi. E con un ritmo cadenzato, come se fosse un pendolo, iniziò a colpirla. Il problema dei colpi del golem era che erano di ferro. E che quindi non solo facevano più male di quello che aveva provato fino ad allora, ma la mano era cava e sembrava molto flessibile pur essendo metallo. L’acciaio era armonico e il colpo la faceva tremare sempre più fortemente.
    
    Le piaceva. Era incredibile.
    
    Ma le piaceva, i primi urletti di dolore stavano diventando degli incitamenti.
    
    Evrilith era appesa per i capelli e stava urlando di piacere. Il golem dopo poco la afferrò per un braccio, era solito cambiare posizione se doveva continuare per più di dieci minuti con le sculacciate. Evrilith godeva del trattamento. ...
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