Sesso e basta volume 2
Data: 27/08/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: alebardi, Fonte: Annunci69
... senza fiato. Era discretamente piccolo, ma non troppo. Chiunque avrebbe desiderato possederlo. Vedevo gli uomini seduti che non riuscivano a staccare gli occhi da quel culo perfetto che stava camminando verso di me. Il Titty aveva la bava alla bocca, e mi trovai a invidiarlo, pensando che era stato il primo ad aprirlo.
La gonna le arrivava giusto sotto il ginocchio, lasciando i polpacci liberi di mostrare al mondo quanto fossero stati disegnati con perfezione.
E poi i piedi, meravigliosi con le unghie bordeaux, e resi indimenticabili da un paio di sandali apertissimi, color pitone tendente al grigio, con lacci morbidi che si incrociavano sul collo del piede e si allacciavano sulla caviglia. Sarei stato un giorno intero fermo a guardarli.
Contro ogni mia previsione riuscii a staccare lo sguardo e ad alzarlo sulla camicia, bianca e leggera, chiusa abbastanza alta. Un indumento che non concedeva nulla alla vista, ma al quale il grosso seno dell’Elisa donava comunque un incredibile profumo di sensualità.
Notai anche gli orecchini di oro bianco, lunghi, verticali, che completavano quel viso straordinario, acceso da un paio di occhi verdi e profondi e da una bocca dalle labbra carnose, quasi leporine. Una bocca che sembrava fatta apposta per dare piacere. Era impossibile non immaginarla aperta mentre ingoiava un cazzo gigante. Era la natura stessa che l’aveva voluta così.
Ci mise pochi istanti a coprire la distanza che separava la sua sedia da me, ma furono istanti ...
... indimenticabili. Avrei giurato che fra un passo e l’altro sarebbe potuta passare una vita intera. Il suo fu un percorso dritto, lineare. Ma a me sembrò un’orgia di curve. Ogni passo era un insieme di curve che dava al suo incedere un ritmo fulminante, per chi aveva la fortuna di poterla guardare.
Era sicuramente una donna destinata a un re. Ma se fosse stata una donna per il popolo, avrei definito la sua camminata come “la sagra delle curve.”
Quando la ebbi vicina rimasi ipnotizzato dal profumo della sua pelle. Mi ricordava l’ambra, non so perché, come d’ambra era il colore dei suoi capelli, lisci e sbarazzini, che le cadevano fino a poco sotto le orecchie.
Una dea che mi lasciò alcuni istanti in silenzio.
La sua voce: “Eccomi…”, mi svegliò. Mi ricordai improvvisamente chi ero, dove ero e cosa stavo facendo. E mi ricordai che mio suocero era in piedi, alla mia sinistra, imbambolato esattamente come me.
Ripresi a fatica la parola e il ruolo di guida della serata: “Allora… benvenuta Elisa. Devo dire che sei splendida. Bene, e adesso vi leggo cos’altro c’è scritto su questa carta.”
Il silenzio tornò padrone di quel luogo e di quegli istanti.
“Beh, per la verità non c’è scritto molto. Elisa, non so se sei pratica di queste cose, ma qui c’è scritto che passerai i prossimi minuti a farti inculare da tuo zio.”
Il silenzio durò ancora qualche istante, poi fu rotto da un’acclamazione generale fatta di approvazioni e segni di giubilo. Sembrava l’esultanza per un ...