-
Marisa 4
Data: 25/08/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Troy2a, Fonte: EroticiRacconti
Il tempo passava, tra i tanti impegni: in particolare l'università. Io ingegneria, lei economia, ma entrambi senza muoverci da casa. Il mio proposito di lasciarla era inversamente proporzionale al coinvolgimento che vivevo all'interno del nostro trio. Ogni tanto andavo all'uffico postale, dove continuavano ad arrivare lettere di risposta al mio annuncio. Sempre più rare, in verità; ma anche quelle poche, spesso, le cestinavamo senza neanche leggerle. Non che escludessimo nuove avventure, ma ci eravamo sistemati nel vero senso della parola. Le visite ad Oreste erano diventate praticamente quotidiane: non facevamo sesso tutti i giorni, anzi. Si può dire che vivessimo più lì che a casa nostra, studiavamo, gli davamo una mano in casa ed anche nello studio. Nell'intimità, cioè quando eravamo soli, ci chiamavamo con quelli che erano diventati i nostri nomignoli, sicché Oreste era paparino, Marisa la puttanella ed io il cornuto, o a volte cornutello. Avevamo fatto conoscenza con alcuni suoi amici: non ne aveva molti, in verità, almeno non che frequentassero la sua casa: il più assiduo era Cesare. Aveva la sua stessa età ed erano stati compagni alle elementari ed alle medie, era sposato, ma quando usciva preferiva andare a trovare Oreste, piuttosto che gli altri al bar. Non so se lo avesse capito da solo o se fosse stato Oreste a metterlo a parte del nostro segreto, fatto sta che in sua presenza non dovevamo adottare nessuna precauzione atta a mascherarci. Una sera, dopo cena, ...
... stavamo guardando la tv, quando arrivò Cesare. Notai che Marisa era un po' infastidita: in effetti ci aveva detto di aver voglia, quindi l'arrivo dell'amico aveva sconvolto i suoi piani. Continuava a guardare un po' paparino ed un po' l'amico, dimenandosi sul divano, al punto che il vestito le era salito, scoprendo un'abbondante porzione di cosce. “Che hai?” le chiese Oreste, come se non immaginasse il motivo. Io credo che lei fosse bagnata fradicia. Si avvicinò all'orecchio dell'amante e sussurrò qualcosa. Oreste scoppiò in una risata. “Questo devi chiederlo a lui, non a me!” esclamò continuando a ridere. “Cosa dovrebbe chiedermi?” si incuriosì Cesare. “Semplicemente, mi chiedevo se ce lo hai grosso come quello di paparino!” rispose lei, senza tradire alcuna emozione. La cosa fece ridere un po' tutti, me compreso. “Magari! Questa è una prerogativa esclusiva. Il mio è assolutamente normale, almeno credo.” affermò tranquillamente Cesare. Ma lei lo incalzò. “Si può vedere?” “Se ci tieni, non vedo perché no.” dicendolo, abbassò i pantaloni, dopo averli slacciati, lasciando libero un cazzo moscio, di misure più o meno simili alle mie. “Può andar bene?” chiese ammiccante. “Ora come ora, prenderei qualsiasi. Ho una voglia che, te lo dico senza problemi, non vedo l'ora che tu te ne vada, per farmi scopare a dovere.” Cesare si rivestii velocemente, visibilmente amareggiato. “Perché, invece, non ti fermi e ce la scopiamo in tre, stasera!” intervenne Oreste, ...