La ragazza del mio migliore amico (capitolo 1)
Data: 09/08/2021,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autoerotismo
Tradimenti
Voyeur
Autore: Raccontami_lu, Fonte: RaccontiMilu
... alzava la voce per mettere in risalto la sua battuta e le tavolate affianco che prendevano parte alle risate collettive. Sembrava di celebrare ogni volta un Natale.
Una volta finito di bere il terzo giro, decidemmo che era giunta l’ora di rientrare tutti nelle proprie case, del resto eravamo nel pieno della settimana lavorativa e nessuno voleva osare troppo, del resto era già l’una e mezza di notte.
Ci salutammo tutti fra di noi, e Paola fu l’ultima che venne ad augurarmi la buona notte. Mi diede i classici due baci, ma al secondo poggiò la sua guancia alla mia e all’orecchio mi sussurrò “so che mi hai vista.. so che ti è piaciuto, voglio che mentre torni a casa questa sera ti slacci i pantaloni e ti fai una sega pensandomi, e voglio che quando vieni imbratti tutta l’auto e ti filmi.. aspetto un video da parte tua..”.
E dopo avermi mollato questa bomba si voltò verso Mike, gli prese la mano, e si avviarono verso la loro macchina mentre io ero fermo, impietrito che guardavo la coppia allontanarsi. Pochi metri dopo Paola si girò e mi fece un occhiolino, prima di voltarsi definitivamente e sparire dietro l’angolo col mio amico Mike, ignaro di tutto.
Ero rimasto attonito nel bel mezzo del marciapiede, di fronte al locale e alle persone fuori che continuavano a sorseggiare e a fumare. Ricordo che rimasi lì per un minuto o due, a cercare di capire se ciò che avevo sentito me lo fossi inventato o se fosse tutto reale. Poco dopo ripresi cognizione di dov’ero, chi ero e ...
... cosa ci facevo lì. Mi sforzai di ricordare dove avessi lasciato l’auto e poco dopo, quando la memoria riuscì a vincere l’alcol, mi incamminai nella direzione del parcheggio. Faceva freddo, c’era ancora qualche brezza di vento, i vicoli di Milano mi accompagnavano silenziosi in quei 10 minuti di passeggiata. Avevo le mani in tasca per cercare di tenerle al caldo e osservavo con gli occhi il fumo uscirmi dalla bocca. Nella via riecheggiava solamente l’alternarsi dei miei passi. C’era qualcosa di magnifico in quell’ora e in quell’atmosfera. Un velo di nebbia si posava in fondo alle vie, offuscando e amalgamando le luci dei lampioni mentre il rumore e il caos che caratterizzavano la città durante le ore del giorno avevano ormai del tutto ceduto il passo ad un profondo silenzio, interrotto soltanto dal mio camminare.
Tutto quel silenzio e buio accompagnavano i miei pensieri, il mio rimuginare su quanto appena successo e il tutto culminava in un’unica e sola domanda.. che diavolo faccio?? Spesi gli ultimi minuti di passeggiata per mettere sulla bilancia da una parte i miei istinti e voglia di trasgredire e giocare con Paola rendendola mia perfetta complice, dall’altra la mia morale di fedele amico ed uomo di principi.
Non ne giunsi a capo, ma nel frattempo l’auto si era palesata davanti a me. Osservavo i contorni umidi della carrozzeria pensando a che cosa diavolo avrei dovuto, o meglio, a che cosa diavolo avrei voluto fare. C’erano trenta minuti di strada per arrivare a casa ...