La cosa (parte 1)
Data: 23/05/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
Ada si stava vestendo.
Aveva già cambiato tre vestiti, mai contenta di sé stessa.
L’incertezza era dovuta alla tensione, all’ansia, al timore.
Era la prima volta che andava da loro come schiava anche se li aveva già incontrati.
Si erano visti per conoscersi e lei aveva chiesto di essere ricevuta a casa loro. L’arredamento racconta molto delle persone.
Alfredo e Giulia avevano scelto mobili classici, di legno e poltrone in pelle, quella scura, che ricorda il cuoio. I suppellettili erano raffinati nella loro semplicità. C’erano fotografie della loro vita assieme nei diversi anni, e tutte rappresentavano due persone che sorridevano. In alcune c’era anche quella che con ogni probabilità era la loro figlia che, nella foto più recente, avrà avuto circa 30 anni, forse qualcuno meno.
Sorrise nel pensare che avrebbe potuto essere quasi sua coetanea poiché, rispetto ai 30, ne aveva solo pochi in più.
Le avevano dato, nel complesso, una sensazione di solidità e serietà.
Era stata colpita anche dal loro atteggiamento e dagli sguardi su di lei, durante la conoscenza preliminare.
L’avevano osservata, per tutto il tempo, esattamente come lei voleva essere vista, per come si era presentata.
Sin dai primi contatti lei aveva detto che la sua fantasia era quella di essere trattata come una cosa, un oggetto da usare o non usare, da tenere lì, in attesa di essere utile.
Non sarebbe stata un'amica sottomessa o qualcuna con la quale avere un rapporto che andasse ...
... oltre al dominio, ma nemmeno una schiava da educare. Solo una donna alla quale dedicare la stessa considerazione di un oggetto.
Ada si era sentita tale e, pertanto, eccitata tutto il tempo, con quel ben noto formicolio alla bocca dello stomaco che la portava ad abbassare lo sguardo, non tanto perchè riconosceva l'autorità altrui, ma per il timore che in esso si leggesse così tanto di lei, facendola sentire nuda.
Una sensazione che, a sua volta, la eccitava, perché la faceva sentire esposta, vulnerabile, debole, quasi una cosa da prendere, senza difese.
Non erano stati sgarbati o arroganti. Semplicemente la guardavano senza considerazione, vedendo una “cosa”, un “oggetto”.
Mentre le parlavano lei era in piedi, dinanzi a loro comodamente seduti nelle due ampie poltrone, alle cui spalle vi era un quadro ritraente un bosco nel quale entrava una lama di luce.
Lei si vide in quel bosco, scaldata da quei raggi che foravano il fogliame, legata ad un albero, bendata, a loro disposizione.
Prima di loro era stata usata da un’altra coppia che, però, non era andata oltre il primo incontro.
L’aveva usata in un dungeon e non le era piaciuto. Troppo freddo l’ambiente, con tutti quegli strumenti di tortura che poco lasciavano spazio alla fantasia del dominio.
Non che le dispiacesse il dolore, anzi, la eccitava, le piaceva, la faceva sentire in mani altrui.
Era stata l’ambientazione ad aver tolto al rapporto quel qualcosa che lei cercava.
Un oggetto viene tenuto in ...