Una sega in macchina.
Data: 04/08/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Masturbazione
Tabù
Autore: io2, Fonte: xHamster
E’ mattina presto, prendo la moto che sono già in ritardo, vado verso nord. Non ho ne tempo ne voglia di capire come arrivare, mi hai detto che ci vediamo tra non meno di un’ora, potrei prendermela con tutta calma, e invece ho già l’ansia di non arrivare, nelle orecchie mi ritrovo a farmi compagnia la tua vocina suadente, ieri sera ci siamo visti per la prima volta, piuttosto emozionati entrambi direi, sorpresi di questo faccia a faccia a distanza, dopo qualche sessioni di chat su xhamster.com
Arrivo al parco che sono le dieci, parcheggio, metto via il casco, ho mezz’ora almeno d’anticipo sull’appuntamento. Niente male per un vecchio sporcaccione tutta questa premura. Forse dovrei essere più freddo e distaccato, in fondo non è altro che la concretizzazione di tante fantasie scritte di là, provaci mi sono detto, al limite è un altro segaiolo depravato.
Ho cercato di rubarti un attimo d’attenzione, c’ho provato una prima volta, ti ho ricontattato più tardi, tampinata per un po’ ricevendo monosillabi come risposta, non potevo sapere chi eri, per un po’ questo gioco è andato avanti nell’indifferenza sostanziale di parole volgari e situazioni eccitanti, finchè non hai infranto questo tabù custodito con tanta ostinazione, hai deciso tu, la foto con il mio nome mi ha fatto letteralmente cadere dal divano, già che ero in una situazione instabile di mio, la tastiera lontana, la mano ha premere la patta cercando di non accelerare oltre l’indispensabile. E’ iniziato così, ci ...
... siamo masturbati a distanza più volte quel primo giorno per essere così in imbarazzo adesso.
Mi siedo al tavolino del bar, è all’aperto, mi faccio una sigaretta, le mani mi fanno male anche oggi. Caffè per favore, la tipa del bar ha premura, anche lei. L’appuntamento in un luogo all’aperto, pubblico, è stata una mia idea, non si sa mai mi hai confermato tu. Condivido.
Ti siedi a distanza da me, vedo che hai scelto il tavolino più appartato, ai miei occhi sei molto bella, più di quello che ricordavo, capelli neri, lunghi, dritti, lisci, vesti in modo elegante, hai messo la gonna come d’accordo.
Il gioco adesso dovrebbe cominciare, non so bene come procedere, intanto non ti tolgo gli occhi di dosso, hai in mano il cellulare e sembri molto impegnata, un po’ mi preoccupo, scorri le dita su quell’affare con interesse e non mi degni nemmeno di uno sguardo, panico… e se non sei tu? Se quel bel fighino lì è una tipa che aspetta chissà chi o cosa… cazzarola che rottura ‘sto giochino che abbiamo architettato: due sconosciuti al tavolino di un bar all’aperto che si eccitano in un gioco di sguardi, movimenti, intenzioni. Senza mai avvicinarsi, parlarsi, toccarsi. Mi sembra di leggere un sorriso in quegli occhi da gatta velenosa ma continui a non guardarmi, a far finta di non vedermi. Spero. Voglio sperare.
Passano i minuti e sei sempre più indifferente, sospetto di aver preso un abbaglio, fai un movimento con le gambe e per un istante immagino tu stia aprendoti a me, è un ...