1. SERENATELLA


    Data: 24/07/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... mondo gretto che, ormai, le stava troppo stretto.
    
    Le avevo portato delle deliziose brioche con la crema di limoni e cercai di rallegrarla con qualche battuta … le recitai persino una poesia, altro non era che le sole parole di una canzone napoletana. Ne rise, felice come una bambina.
    
    Poi, visto che quei pochi che erano al lavoro, sarebbero stati fuori tutto il giorno, le feci anche una proposta “indecente”: se riusciva a trovare una scusa, la invitavo fuori, per un pranzetto veloce.
    
    Infine, per la cervicale, le avevo più volte detto che ero bravissimo nei massaggi, mi offrii di fargliene uno, seduta stante.
    
    In realtà, spesso, i dolori articolari, sono dovuti alle energie traumatiche e allo stress stazionarie nei nervi e avvelenano le articolazioni.
    
    Non me l’aspettavo però, stavolta, lei accettò.
    
    Allora le proposi di spostarci in una delle stanze interne: non si sa mai, poteva entrare qualcuno ed equivocare sulla nostra posizione.
    
    Maria, ebbe una piccola esitazione ma poi disse che si fidava di me … e io ne risi.
    
    E in quell’ufficio anonimo, in penombra, iniziò una tra le storie più brevi e delicate della mia vita … una vera “serenatella”. Dolce, senza pretese, come sì confà alle cose belle della vita: semplici, immediate, spontanee.
    
    Cominciai, sedendomi davanti a Maria; la feci porre in piedi, voltata verso me, ad occhi chiusi. Teneva le braccia abbandonate sui fianchi; era tesa come una corda di violino e oscillava pericolosamente.
    
    Quando le mie ...
    ... mani raggiunsero le sue gambe, nonostante il jeans, sussultò, come chi si spaventa, per lo schianto di uno specchio infranto
    
    Usai la voce per tranquillizzarla, stemperando l’assurda tensione che si era creata, intanto salivo con le mani fino alle ginocchia, si sentivano benissimo essendo la fanciulla ulteriormente dimagrita.
    
    Maria aveva accelerato il suo respiro. Le dissi che, se la prendeva così, era meglio smettere; non facevamo nulla di male. Se le piaceva restare nella sua condizione di soggezione a tutto e a tutti, io non potevo farci niente.
    
    Con uno sforzo sovrumano, combattendo contro ognuno dei valori e dei limiti con cui era abituata a convivere, la giovane mi disse di andare avanti: voleva!
    
    E si sciolse come burro al sole … sentii le sue membra rilassarsi e predisporsi ad aspettare l’indagine delle mie mani maschili.
    
    Allora mi misi in piedi e mi spostai alle sue spalle; le carezzai i fianchi, poi la schiena. Andavo su e giù ma mi fermavo al limite dei glutei, dove incontravo la cintura dei pantaloni.
    
    Quando non riuscii più a farne a meno, iniziai a baciarla sul collo, imperlato di goccioline fredde, di sudore nervoso.
    
    La pelle d’oca la rendeva ancora più presente ed eccitante sotto i mie polpastrelli.
    
    Le mille ritrosie, le barriere che mi accorsi, solo allora, di avere eretto a mia volta, caddero giù, come un castello di sabbia, mentre assetato della sua carne, la carezzavo, indagando, e indovinando le sue forme, tra gli stretti passaggi che ...