Eneide Postmoderno-Dell’avanzare delle trame e di Janus e Maghera.
Data: 20/07/2021,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sesso di Gruppo
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... luogo ove era sorta la loro patria ma per Janus e i suoi compagni ritrovarsi in quelle acque fu un po’ un ritorno a casa, sebbene velato di malinconia e ricordi dolorosi della loro Licanes in fiamme, destinata a esser dimenticata da tutti tranne da chi vi combatté e sopravvisse. Per Janus era un segno che il loro viaggio si avvicinava a destinazione.Nel mentre il giovane si sincerò delle condizioni di Maghera. L’Amazzone era ora in grado di mangiare cibo solido e di camminare. Non si avventurava fuori dalla cabina ma era palese che stesse meglio. Il giovane ne fu rincuorato. Si accorse di provare grande affetto per lei, come per tutti ma quello che provava per lei era… diverso.Si stava innamorando? Di nuovo? Poteva esser benedetto con una simile grazia o era solo il preludio ad un’altra tragedia? Sospirò osservando il mare. Da quando quel triste esodo era iniziato aveva perso molti. Uomini e donne, amanti e amate queste ultime, onoranti e onorati questi ultimi. Quanto gli mancavano invero tutti coloro che erano morti!“Ah, questo é il fardello di chi vive, sopravvive invero! Questo bisogna fare. Andare avanti e onorare la memoria di chi ci precedette accolto nelle sale del cielo…”, pensò.Ma poteva lui dire di fare onore all’enorme mole di morti che rimembrava? No.Il suo stesso vivere ancora era un insulto a coloro che avevano varcato il fiume dei morti.E il peggio era che lui ne era conscio e che ancora, nonostante tutto, non riusciva a perdonarsi.
Tia e Meterus scesero ...
... nella stiva della nave. V’erano quivi casse, resti, reliquie della loro ormai defunta patria. Meterus sapeva che chi poteva evitava ben volentieri la stiva e il lavoro in essa, poiché troppa era la memoria del dolore, troppo grande il ricordo.-Vieni.-, disse. Il dedalo di casse era tale che Tia da sola vi si sarebbe smarrita, ma lui no.Lui vi aveva lavorato. Aveva guardato tutto ciò che restava della loro patria ed aveva deciso.Non avrebbe vissuto in preda alla malinconia del passato. Che fossero altri a farlo!Lui no. Lui avrebbe trovato un’altra terra e vi avrebbe messo radici con tutti loro, salvandoli dall’errare selvaggio che Janus insisteva essere parte di un destino noto solo a lui, forse.-Eccoci.-, disse svoltando oltre una fila di casse. Sbucarono in una parte della stiva sgombra, illuminata da lucerne appese alle travi.-Dove?-, chiese la giovane, impaziente dopo tanto vagare.-Ti avevo promesso che te li avrei presentati.-, disse Meterus.Davanti ai due stavano tre uomini.-Ossius, Cassius, Brutus.-, li salutò Meterus, -Questa é Tia. Ha qualcosa da dire.-.-Immagino non sia qualcosa di gradito ai nostri connazionali.-, inquisì Brutus.-E questo spiega l’esserci radunati in questo sordido buco circondati dai resti del nostro passato.-, dedusse Cassius. Tia li osservò. Brutus e Cassius erano chiaramente soldati, guerrieri. Il loro fisico erano la prova di ciò, visti i muscoli tonici e grossi. Ossius pareva uno studioso, ma Tia non ne era sicura. Nella sua isola, un simile ...