Puttanella del mio professore
Data: 19/07/2021,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sensazioni
Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu
... respirava ansimando come un mantice. – Sii! Puttanella viziosa, senti come me lo hai fatto diventare duro col tuo racconto. Ora ti sfondo il culetto. – mi scopava con veemenza, mentre io muovevo il sedere per farlo aderire meglio ai suo affondi, sentivo i suoi testicolo battere, in basso, contro il mio sesso, mentre l’asta mi slabbrava l’ano. Presi a masturbarmi con foga, ero in un delirio dei sensi, sentivo crescere l’onda del piacere, ero sul limite dell’orgasmo. Mugolavo sguaiatamente, dovette mettermi una mano sulla bocca per impedirmi,con i mie versi, di richiamare l’attenzione di qualcuno fuori. Lo sentì irrigidirsi allo spasimo, poi diede dei colpi ripetuti e devastanti, un rantolo gutturale gli salì dalla gola: stava venendo. Accelerai la mia carezza e mentre lui esplodeva di spruzzi ripetuti dentro il mio intestino, venni anche io con un orgasmo selvaggio che mi schiantò come la scossa di un fulmine. Rapidamente lui uscì dal mio budello e mi porse il cazzo da succhiare. Lo ingoiai fino ai testicoli, sentì tutto il suo sapore animale: sperma, secrezioni sapide del mio retto e della mia vagina, su tutto trionfava l’odore greve del nostro sudore e del sesso fatto. – La biondina, si abbandonò sulla poltrona, sfinita quasi esanime, per l’intensità con cui aveva rivissuto quel racconto. Rinoldi appariva provato, stava sudando, sotto la scrivania vedevo che sulla patta dei pantaloni si era creato un significativo gonfiore. – Quindi, ti ha posseduta in quella maniera ...
... innaturale, pur rispettandola tua verginità. – commentò con voce incerta. – Si professore, gli avevo chiesto di rispettarmi e lui o ha fatto. – – Ah! Bèh! Un galant’uomo, senza alcun dubbio. – – Si, almeno all’inizio, era rispettosa, sosteneva di volermi aiutare.- – Certo. Diciamo che aveva un metodo tutto suo di farlo. Poi, la cosa tra voi come è andata, si è conclusa così? – La biondina emise un sospiro, imbarazzata volse lo sguardo in giro perla stanza, poi con sforzo riprese a parlare. – No, non è finita così. Abbiamo continuato per mesi. Lui aveva esigenze sempre crescenti. Era fantasioso. Mi proponeva cose che mi stuzzicavano, finivo sempre con accontentarlo. Poi un giorno mi fece fare una cosa assolutamente depravata. Fu lì che compresi che non mi avrebbe mai aiutato a guarire del mio vizio. – Ho capito, ha esagerato con la cura. E quindi che ti è accaduto? – – Un pomeriggio, mi portò a fare un giro sulla sua Mercedes, dopo aver girato per un po’, sentendo musica dall’impianto stereo dell’auto, ci dirigemmo verso un zona precollinare con delle ampie aree verdi, in un rigoglio di piante e alti cespugli. Era un posto isolato, sapevo che solitamente era frequentato da coppiette, fidanzati o amanti clandestini, o da prostitute che ci portavano i loro clienti. Data la mia minore età non era possibile per noi, durante i nostri incontri, di prendere una camera in albergo, né potevamo recarci a casa di Goffredo, perché lui viveva in un residence, con custode alla reception e ...