Puttanella del mio professore
Data: 19/07/2021,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sensazioni
Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu
... inseguimmo con le lingue, succhiandocele, mordicchiandoci le labbra. La sua mano raggiunse le mie mutandine, allargai le cosce per agevolare la sua ricerca: le scostò e sentì le sue dita dischiudermi le labbra della fica. Mi portai sul bordo della sedia per favorire la sua carezza, giocava con le grandi labbra plasmandole tra le dita, ero fradicia fra i suoi polpastrelli. Sospirai- Ho tanta voglia, Goffredo. Ma ti prego non infilare le dita dentro,devo restare vergine. – A questo punto del racconto, vedevo il volto di lei perdersi, con aria trasognata in quei ricordi indimenticati. Senza rendermene conto,avevo portato la mano all’interno della camicetta, spostai il reggiseno e iniziai a stuzzicarmi i capezzoli con le dita. L’espressione di Rinoldi appariva meno imperturbabile, avrei detto che gli si era colorito il viso, come se sentisse crescere i caldo. La biondina continuò il suo racconto. – Goffredo mi tranquillizzò,disse di non temere, che mi avrebbe rispettata, sarei rimasta vergine. Poi mi chiese di sfilare le mutandine: lo feci rapidamente,controllando che non arrivasse nessuno, le recuperò dalle mie mani e le portò alle narici inspirandone intensamente il profumo. – Mmhhmm… Meraviglioso. – disse solamente, poi le conservò nella tasca della sua giacca. Continuavamo baciarci, mentre mi massaggiava le tette, mi mordicchiò i capezzoli eretti attraverso la stoffa leggera, lasciando due aloni umidi in corrispondenza dei rilievi. Mi bagnai ulteriormente, il clitoride tra le ...
... sue dita aveva la solidità di una nocciola. Mi condusse la mano sulla patta dei pantaloni, sentì il rilievo del suo sesso nel rilievo del tessuto era grosso li, la mia voglia tra le cosce pulsava come un cuore tachicardico. – Vai alla toilette, non chiudere la porta che tra un attimo ti raggiungo. – mi disse all’orecchio. Feci come aveva chiesto: mi alzai e mi diressi alla toilette. Ero senza mutandine e con l’interno delle cosce bagnate di secrezioni, mi sentivo una sporcacciona mentre attraversavo la sala, una troietta di sedici anni che si chiudeva nel bagno di un locale pubblico, a fare le cose porche con un quarantenne. All’interno del piccolo servizio, sotto la luce cruda del neon, attesi qualche momento col cuore che mi faceva capriole nel petto. Poi la porta si aprì, lui entrò richiudendola con la sicura sulla maniglia. Appese la giacca all’attaccapanni, io mi liberai del vestito, lui mi scoprì le tette sganciando il reggiseno, poi le sue mani mi strinsero i seni e le labbra catturarono, voraci, i capezzoli, succhiando e mordendo con foga. Ci avvinghiammo, lui fece scorrere la zip dei pantaloni, gli presi in mano il sesso: iniziai a masturbarlo, era teso allo spasimo, con le vene gonfie e in rilievo, le sue mani frugavano il mio sesso escavavano nella la fenditura tra le natiche, ero liquida e bollente. Mi fece inginocchiare, posizionò il cazzo tra i seni: glielo avvolsi, premendo le mani ai lati, come tra due cuscini di velluto. La cappella iniziò ad andare su e giù ...