Miyakojima 宮古島, anima selvaggia del Giappone
Data: 11/07/2021,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti
Miyakojima 宮古島, anima selvaggia del Giappone
Isole di Miyako
Okinawa, teatro di sanguinose battaglie a seguito delle quali fu concepita l'idea dell'orrore nucleare.
Tristi memorie lontane nel tempo, ma cicatrici indelebili nel cuore di ogni giapponese.
Lo stupido e insensato espansionismo imperiale e una punizione che ancora mi lascia sgomenta.
Dall'aeroporto del Kansai di Osaka sorvoliamo il mare a sud di Hiroshima e ancora più lontani da Nagasaki.
Di cattivo umore, irascibile e colma di inconsolabile disperazione, superiamo l'isola delle grandi stragi di truppe giapponesi e marines americani, e resto ancora sopraffatta dall'insensato istinto di autodistruzione umana.
Lo sguardo fisso al finestrino, le lacrime bruciano ancora gli occhi quando atterriamo all'isola di Miyako.
Poche formalità e subito, su una bicicletta a noleggio, scappo in cerca di solitudine.
Un'occhiata fugace alle spiagge principali, i lunghi ponti verso isole minori, ma il mio spirito anela a luoghi deserti.
Mi affaccio tra gli scorci della spessa coltre vegetale dove il mare smeraldo concede riposo agli occhi, feriti dall'accecante bagliore delle spiagge.
Sabbia così candida che anche la mia pelle, in confronto, sembra scura.
Non era previsto un ripensamento agli orrori della guerra, ma era ingenuo immaginare che non sarei rimasta commossa anche dal semplice sentir nominare certi luoghi, pur solamente sfiorati durante un viaggio con ben altri scopi.
Lo scotto ...
... bruciante di chi, in Giappone, ci torna solo raramente e con soverchiante fatica deve fare i conti con un passato impossibile da digerire e che ricade addosso tutto insieme e tutto d'un colpo.
Ora più che mai ho necessità di vento e di silenzio, spazi incontaminati e luoghi deserti.
La natura pura e innocente per tentare di cicatrizzare ferite che mai completamente rimargineranno.
O almeno un balsamo per lenire sofferenze solo accantonate.
Abbandono bici e sandali al bordo della vegetazione. La musica dei Kikagaku Moyo, che mi ha accompagnata sui nastri d'asfalto, ora si spegne per lasciare la scena alla canzone del vento e delle onde.
Ultimo assaggio di saturo verde bottiglia della bassa vegetazione e già il mio sguardo contempla questa spiaggia più simile a una distesa di neve che a un deserto di coralli.
La fine rena mi passa, inconsistente, tra le dita. Passeggio su una distesa di atomi impalpabili. La sensazione di inoltrarmi su una nube, i miei piedi affondano in uno strato di calda polvere.
Bagliori di fini cristalli e microscopiche conchiglie.
Ai miei occhi affascinati le sfumature turchesi si presentano come davanti a un sipario che lentamente si apre sulla barriera corallina.
In un baleno sono già in costume e alterno il caldo della sabbia al fresco ristoratore delle onde che insidiano la terra ferma.
Primordiali sensazioni, le onde tra le dita dei piedi dissolvono la rena tonificandomi la pelle.
Osservo le mie unghie smaltate, spettinate ...